Caso Ragusa, le indagini sono chiuse. Il marito verso il rinvio a giudizio

Mai arrivato il corpo della donna scomparsa: marito indagato per omicidio ROBERTA, LA PROCURA SCOPRE LE CARTE / FOTOSTORY

Roberta Ragusa, è mistero sulla sua scomparsa

Roberta Ragusa, è mistero sulla sua scomparsa

Pisa, 23 settembre 2014 - IL PUBBLICO ministero Aldo Mantovani ha firmato l’avviso di conclusioni delle indagini, che presto sarà notificato dal carabinieri al difensore di Antonio Logli, l’avvocato Roberto Cavani, fuori Pisa per motivi di lavoro in questi giorni. Un atto meramente tecnico — l’ultimo termine delle indagini sul marito di Roberta Ragusa era scaduto oltre cinque mesi fa, ovvero il 16 aprile scorso — , ma un primo indispensabile passo verso quella che sarà la fase cruciale di questo caso giudiziario: l’udienza preliminare, che potrebbe svolgersi nella primavere dell’anno prossimo. Inizialmente (dall’8 febbraio 2012) indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere, oggi l’accusa è stata mantenuta solo per quanto riguarda il primo reato (senza la contestazione dell’aggravante della premeditazione), mentre per quanto concerne il secondo è stata modificata in soppressione di cadavere (visto che non ne è stata trovata traccia). Ora le prossime mosse toccheranno alla difesa. La prima sarà sicuramente quella di chiedere copia degli atti del (poderoso) fascicolo del pubblico ministero. Si tratta di migliaia di pagine inerenti gli oltre due anni di indagini sull’uomo che la Procura della Repubblica ha reputato fin dall’inizio l’unico responsabile della scomparsa di Roberta Ragusa.

A QUESTO punto, quindi, gli investigatori dovranno scoprire — letteralmente — le carte (intese come documenti). E così Logli potrà finalmente sapere quali e quanti elementi sono stati raccolti per sostenere le accuse contro di lui. Il codice di procedura penale concede all’indagato venti giorni per presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione delle indagini investigative, chiedere al pubblico ministero nuovi atti di indagini e di essere sentito a spontanee dichiarazioni o essere sottoposto a interrogatorio. Il termine di venti giorni non è perentorio e data la complessità del caso e l’ingente quantità di documenti da studiare, l’avvocato Cavani — come lo ho dichiarato tempo addietro — chiederà un ‘congruo periodo di tempo di proroga’ al sostituto procuratore Mantovani, che peraltro si è già detto disposto a concederla.