Canapisa, «gli organizzatori paghino una fidejussione»

Vertice in Prefettura sull’edizione 2016. «Corteo più limitato e festa finale decentrata»

Il corteo antiproibizionista

Il corteo antiproibizionista

Pisa, 26 maggio - Lo svolgimento della prossima edizione di Canapisa, la street parade antiproibizionista che da anni suscita polemiche a Pisa, potrebbe essere vincolato alla presentazione di una fidejussione da parte degli organizzatori per sostenere le spese per l’installazione di bagni chimici e per garantire il pagamento di eventuali danni provocati all’arredo urbano in seguito al passaggio dei manifestanti. È l’ipotesi avanzata in Prefettura al termine di una riunione tra il prefetto e i rappresentanti delle forze di polizia e degli enti locali. La manifestazione, si legge in una nota della Prefettura «ancora una volta è stata indecente e indecorosa nei confronti della città e dei suoi cittadini».

In una logica di contenimento dei costi a carico della collettività, prosegue la nota prefettizia «è stata prospettata l’esigenza di chiedere agli organizzatori una fideiussione per gli eventuali danni materiali e quelli arrecati al decoro urbano ma anche per le spese per i servizi di prevenzione e soccorso» ma i promotori «dovranno concorrere a sostenere in maniera più decisa e significativa tutte le spese per i servizi quali bagni chimici e smaltimento rifiuti». Infine, si è convenuto sulla necessità di limitare nel tempo la durata della manifestazione che da anni si conclude con un rave party fino all’alba nei pressi del carcere Don Bosco di Pisa luogo dove i giardini pubblici, prosegue la Prefettura, «hanno subito pesanti danneggiamenti e costituiscono un punto di ritrovo particolarmente esposto allo spaccio di sostanze stupefacenti, di vendita abusiva di sostanze alcoliche perché difficilmente controllabili da forze di polizia e dei mezzi di soccorso».