Nicoletta Braschi e Roberto Benigni protagonisti alla Normale

L'attrice, con Andrea Renzi, ha letto alcuni brani di 'Giorni Felici' di Samuel Beckett. Il Premio oscar seduto in prima fila

Nicoletta Braschi e Roberto Benigni alla Scuola Normale Superiore di Pisa (Foto Valtriani)

Nicoletta Braschi e Roberto Benigni alla Scuola Normale Superiore di Pisa (Foto Valtriani)

Pisa, 3 maggio 2016 - C'era anche Roberto Benigni oggi nella Sala Azzurra della Scuola Normale al fianco della moglie Nicoletta Braschi. Uno spettatore d'eccezione per una pomeriggio in cui l'attrice ha vestito i panni di Winnie. Sono bastati pochi, semplici gesti, una parrucca bionda e un filo di perle perché Nicoletta Braschi - all'improvviso - si trasformasse nella protagonista di "Giorni felici" di Samuel Beckett.

Abito rosso, capelli platino che strizzano l’occhio alla diva e alla femminilità di Marilyn Monroe. Seduta, di fronte (seduto in prima fila) al ‘suo’ Roberto Benigni e mentre due studenti della Scuola Normale erano intenti a leggere uno dei brani più significativi di «Happy Days» - l’attrice ha cambiato pelle.

Al suo fianco Andrea Renzi, attore di cinema e teatro ma anche regista teatrale: insieme – Nicoletta Braschi e Andrea Renzi – stanno, infatti, portando in scena da alcuni mesi «Giorni felici», appunto, testo nella traduzione di Carlo Fruttero (Einaudi). Ieri la lettura a Pisa, evento organizzato da Nadia Fusini, docente di Critica letteraria e Letterature comparate della Scuola Normale. Nicoletta Braschi – testo di Beckett (in versione inglese) alla mano – ha raccontato di come, portando in scena il monologo, gli attori sentano il drammaturgo vicinissimo, a fianco di attori e attrici. Un testo che si rinnova di volta in volta, anche dopo numerose repliche ha aggiunto Andrea Renzi. Un lavoro per preparare il quale entrambi hanno attinto anche dai preziosi documenti costituiti dai quaderni di lavoro del Beckett regista e sulle testimonianze dei suoi attori di riferimento, Jack Mac Gowran, David Warrilow, Billie Whitelaw, diretta in ‘Giorni felici’ nel 1979.

«‘Giorni felici‘ – ha detto recentemente Renzi - ha rappresentato per Beckett, dopo anni di volontario esilio linguistico, un ritorno alla lingua madre - e ci è stato utile confrontare il testo inglese con la versione francese per meglio aderire alla versione italiana di Carlo Fruttero. Non si tratta di un atteggiamento filologico o di fedeltà all’autore, ma della semplice necessità di una comprensione profonda».