Binario 14 come allo zoo di Berlino. I viaggiatori e lo slalom tra i pusher

La porta di accesso per chi arriva dall’aeroporto è un’area di spaccio

Un giovane dorme su una panchina del Binario 14 tra bottiglie vuote e il suo cane che fa la guardia

Un giovane dorme su una panchina del Binario 14 tra bottiglie vuote e il suo cane che fa la guardia

Pisa, 2 settembre 2015 - E’ la porta d’ingresso pubblica alla città per chi atterra a Pisa. Ma più che un biglietto da visita assomiglia ad un (auto)foglio di via. Sì, perché chi scende dalla navetta che arriva direttamente dalle piste dell’aeroporto appena mette piede a terra non vede l’ora di andarsene. A gambe levate. E non è solo questione di mattonelle saltate dal marciapiede, di aiuole con l’erba alta sino alle ginocchia, di reti metalliche arrugginite e di cartacce per terra. Già quando s’imbocca il vialetto d’accesso che parte dal capolinea di via Quarantola si capisce di essere finiti in un girone infernale. E se alle due di un caldo pomeriggio di fine estate basta turarsi in naso e stringere più forte a sé i bagagli. Le cose cambiano non appena cominciano ad allungarsi le ombre della sera. E hai voglia di telecamere e videosorveglianza. Che pure ci sono, e anche in abbondanza. E’ che l’area vicina al cantiere del People Mover è diventata un rifugio per sbandati e un super-market della droga. «Una terra di mezzo popolata da quelli del mondo di sotto», per usare i vocabolario d’Er Cecato.

Snaus è accovacciato accanto ad una ciotola di latta piena più di cibo incrostato che di bocconcini da divorare. Ha il guinzaglio al collo. Ma più che a lui sembra servire al padrone, sdraiato sull’unica panchina prima dell’ingresso del cantiere. Stordito dalle inseparabili bottiglie di heineken vuote rovinate a terra. Poco distante, un giovane, capelli lunghi e barba incolta, cerca qualcuno. I lividi sulle braccia e il collo sono segni inconfondibili che pensavano di aver lasciato alle pagine di Christiane F. e del suo «Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino». Invece, la siringa abbandonata sulla massicciata non è una suggestione letteraria. E’ semplicemente la conferma che ci si continua a bucare. «Mi dai qualche spicciolo, devo fare il biglietto», si avvicina una donna magra e piccolina.

Benvenuti al Binario 14, la nostra ‘terra di mezzo’. Un mondo a parte sicuramente assai diverso da quella porta di accesso alla città che dovrebbe essere. Non ci sono le vetrine delle grandi griffe. Non c’è lo struscio e nemmeno professionisti incollati agli smartphone per dei briefing aziendali. Questo è il regno di immigrati impiegati nel fiorente mercato dello spaccio. Ad ogni ora del giorno e della notte. Un luogo appartato che qualcuno ha, persino, trasformato nella propria alcova. Come testimonia il reggiseno dimenticato accanto ai cartoni piegati e trasformati in giaciglio. C’è anche un piumone accartocciato su se stesso pieno di macchie e chissà cos’altro. Una terra di nessuno appartata e allo stesso tempo snodo centrale tra l’aeroporto, la stazione ferroviaria e di conseguenza il centro cittadino. In futuro diventerà il capolinea del People Mover – l’infrastruttura automatica che collegherà l’aeroporto alla stazione, con una fermata intermedia ai parcheggi scambiatori – intanto è una ‘terra di mezzo’ e chi ci arriva non vede l’ora di scappare quanto prima. Nella speranza di non trovarsi con un coltello o un collo di bottiglia rotta puntato alla gola.

Eppure basterebbe poco. Qualche lampione in più. Due cartelli colorati a spiegare, magari, l’intervento che si sta realizzando oltre le cancellate del cantiere e una manutenzione dell’area verde. Invece le mattonelle saltate del marciapiede, il tappeto di vetri rotti a terra, con le siringhe, i cartoni e un odore nausabondo di urina e alcol che esala da terra è tutto ciò che si trova. Così chi ci sbarca, invece di salire a bordo, chiede un biglietto di sola andata. Il più lontano e velocemente possibile.