L'Innocenza perduta

Il responsabile della redazione di Pisa, Tommaso Strambi

Il responsabile della redazione di Pisa, Tommaso Strambi

Pisa, 24 maggio 2015 - Avvertenza: se siete soliti affrontare i bruciori di stomaco con il Maalox, fermatevi qui e non leggete oltre. Soprattutto se rientrate nella schiera dei politically correct. Già, perché oggi proprio non riusciamo ad esserlo. Se lo fossimo vi racconteremmo, a beneficio dell’omologazione di massa, del cancro razzista che ha metastatizzato la nostra comunità. Un tumore, badate bene, altamente pericoloso che in passato ha portato solo alla morte della ragione. Un pericolo per il quale non si può e non si deve mai abbassare la guardia, quando si riesca a registrarne i sintomi. Ma non è questo il caso. Dietro a quanto sta accadendo in un istituto superiore della nostra città, infatti, si cela qualcosa di assolutamente diverso, sebbene altrettanto pericoloso. L’invidia. E per giunta, molto probabilmente, tutta femminile. Aggravata forse dall’emulazione e dal gesto di sfida.
Da Erika alle tre amiche della Valchiavenna l’adolescenza maledetta è in grado di offuscare le menti. Scatenare mostri e generare dolore. Per questo se, fino a giovedì, una confessione avrebbe aiutato ad evitare i risvolti giudiziari, la settima lettera, come il settimo sigillo, non può ammettere vie di mezzo. Non solo per la (o le) protagonista (e). Già perché ad essere chiamati in causa non sono solo i responsabili materiali (così come prevede il codice penale), ma tutti coloro che hanno la responsabilità educativa. Quelle righe, anonime, vergate su fogli di quaderno, registrano, infatti, oltre che la vigliaccheria, anche un fallimento. Dei singoli e della comunità. Dei genitori, dunque, e della società. I primi che, ormai da troppo tempo, hanno abdicato al proprio ruolo delegando tutta l’educazione al di fuori della famiglia, la seconda perché, avviluppata su se stessa com’è, non è più in grado di trasmettere valori ma al contrario è impegnata nella quotidiana impresa di frullare tutto indistintamente, annullando unicità e differenze naturali. In un’omologazione di relazioni e sentimenti che danno appagamento estemporaneo. Effimero. Ma nulla più. Almeno sino al frullato  successivo. In una perenne ricerca di qualcosa che difficilmente sarà.
Così, mentre sui giornali scorrono fiumi di inchiostro e la classe politica alla ricerca di visibilità non perde l’occasione per esternare la propria condanna (ci stupiremmo del contrario), nelle chat di whatsapp e nei blog di classe ci si accapiglia su dove organizzare la festa di fine anno, su quale regalo fare alle insegnanti e se occorra o meno l’animatrice. Quando una volta bastavano un pallone e un prato, una fune o un gesso per disegnare dei quadrati dentro cui saltare per fare la felicità dei bambini, mentre i più grandi si riempivano gli occhi a vederli spensierati. E' proprio vero, abbiamo perso l’innocenza. Ma, almeno, non perdiamo la speranza. Di ritrovarla.
Buona domenica.