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di ANTONIA CASINI
E’ TORNATO a chiedere l’elemosina. Renato, ieri mattina, era di nuovo davanti alla sede centrale delle poste pisane con il suo panchetto e il suo piattino. Tante delle offerte di lavoro che ha ricevuto, infatti, non sono andate a buon fine. E l’auto promessagli nei giorni passati era troppo vecchia, si è rotta prima ancora di partire. «Per ripararla ci volevano troppi soldi», non posso permettermelo. Qualche passo avanti, insomma, ma la strada è ancora lunga davanti a sé. Ad essere cambiato, però, è lo spirito con cui si alza ogni mattina. La speranza quest’uomo, che quando aveva 58 anni ha perso il lavoro della sua vita, la casa e tutto quello che aveva, ora ne ha 61, in realtà non l’ha mai persa. Lui, originario della Provincia di Ferrara, ha sempre avuto in mente un sogno: riuscire a comprare un’auto usata e tornare a fare il rappresentante. E per raggiungerlo, ha continuato ogni mattina a tendere la mano per mettere da parte qualche soldo. Dormendo in vari centri Caritas della Toscana e finendo poi in quello della Croce Verde a Lucca. «L’articolo uscito tre settimane fa sulla Nazione — racconta — mi ha cambiato però la vita», spiega. «Ho ricevuto tanto affetto e solidarietà». Al perito elettronico, sorridente e dai modi gentili, hanno scritto in molti in questi giorni. Lettere che parlano di altre storie difficili o di vicinanza al suo coraggio. «Gentile signor Renato — scrive una professoressa — sono un’insegnante di Cosenza con parecchi interessi. Ma i poeti sono molto più bravi di me con le parole. ‘Perfino il tuo dolore potrà apparire poi meraviglioso!’ Tu dici: ‘Non ho niente’, ti sembra niente il sole? La vita? L’amore?» E conclude con i Promessi sposi: «Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne una più certa e più grande».

«PURTROPPO il problema più grande — prosegue Renato — è che, pur essendo disposto ad accettare qualsiasi lavoro, ho bisogno che sia retribuito almeno con il minimo sindacale. Altrimenti diventa difficile per me iniziare da capo. Come faccio a pagare l’affitto?». Non solo. «Qualche giorno dopo che era uscito l’articolo, mi contattò un imprenditore fiorentino. La sua ditta fa manutenzione per impianti di riscaldamento e condizionatori. Mi disse che aveva bisogno di una persona con esperienza. Ero contento. Ma devo ancora capire se avrò uno stipendio fisso a fine mese o se la provvigione arriverebbe soltanto dopo 5 o 6. In quel caso sarei al punto di partenza».

MA IN QUESTI giorni, ci tiene a sottolineare che la genorosità di chi ha offerto un aiuto l’ha sorpreso. E, per testimoniarlo, racconta di una busta che gli è stata recapitata al centro della Croce Verde a Lucca, dove dorme. «Me l’ha lasciata qualcuno. Sopra c’era scritto il mio nome. Quando l’ho aperta ho provato tenerezza. Oltre a 50 euro, c’era anche una statutetta della Madonna. Ora la porto con me». Ad avvicinarlo, proprio ieri mattina, è stato anche un cinese che abita a Pisa. «Vuoi lavorare per me?», ha chiesto a Renato in un italiano un po’ stentato.