2009-06-06
di TOMMASO MASSEI
— SAN GIULIANO TERME —
CI SONO storie che nell’Italia della gerontocrazia, dei mammoni e dei precari a vita emergono per la loro straordinarietà. Carriere professionali che nel mondo anglosassone non meraviglierebbero e che invece nel Bel Paese sono l’eccezione. Iacopo Destri, sangiulianese, 32 anni, si è laureato nel 2002. In soli 7 anni, lasciando la sua città natale, è salito ai vertici della professione legale, diventando l’avvocato di Oscar Pistorius, l’atleta che è riuscito, proprio grazie ad un ricorso, a partecipare alle Olimpiadi dei normodotati, correndo con le sue famosissime protesi agli arti inferiori. Iacopo è stato prima a Chicago, poi nella sede milanese dello studio americano Baker & McKenzie, ha successivamente rivestito il ruolo di responsabile “Brand Protection” per l’Italia della società Cisco Systems e, infine, è entrato a far parte dello studio legale del professor Francesco Galgano, la cui sede milanese è poi confluita nella “law firm” americana Dewey & LeBoeuf. Determinato come il suo ruolo richiede, ma con uno sguardo e uno modo di approcciare gli altri di chi tiene saldi dentro se valori, principi e le vere priorità della vita.

«LA NOSTRA esistenza è fatta di treni e stazioni – si confida – in questo mio viaggio ringrazio fortemente tutta la mia famiglia e la mia futura moglie che mi supportano e sopportano nella mia continua ricerca di un oriente più a oriente dell’oriente. L’idea, e poi l’effettiva possibilità, di difendere Oscar Pistorius è nata in modo del tutto casuale. Infatti, con l’avvocato Marco Consonni con il quale collaboro abbiamo letto, come tutti d’altronde, la storia di Oscar sui giornali, restandone impressionati e colpiti. Pertanto, abbiamo deciso di farci avanti e offrirgli la nostra assistenza. Una volta ricevuto l’incarico, abbiamo costituito un team multigiurisdizionale con professionisti e tecnici di varie provenienze (Sudafrica, Francia, Stati Uniti) e ci siamo avviati in questa avventura che ci ha portato ad ottenere la storica decisione del 16 maggio 2008 emessa dal Tas di Losanna. Di tutto ciò, il ricordo più bello è stato quando abbiamo ricevuto via fax il testo della sentenza: l’ho letto in silenzio davanti ad Oscar, l’ho guardato negli occhi e, senza dirci niente, ci siamo abbracciati e scoppiati a piangere. Non dimenticherò mai l’emozione di quel momento. Ho sentito che qualcosa di importante era successo: le barriere del pregiudizio potevano essere vinte».

UNA VITA in giro per il mondo e un insegnamento: «Confrontarmi con culture diverse e modi di affrontare la vita molto distanti dal mio mi ha permesso di capire che anche partendo da posizioni diametralmente opposte, si può sempre trovare un punto di incontro e di dialogo». Si può essere un “giovane avvocato rampante”, ma senza avere i difetti e le degenerazioni che tanta cinematografia a stelle e strisce ha raccontato sul grande schermo. Iacopo Destri ne è la dimostrazione. «Per costruire la società del domani si deve dare più spazio ai giovani – conclude l’avvocato – . Ciò non significa certo che in questo percorso non sia importantissimo e fondamentale il contributo delle vecchie generazioni. Infatti, il futuro trova le proprie radici nel passato. Purtroppo oggi si assiste troppo spesso al triste spettacolo di una gerontocrazia che tende a fagocitare i propri figli».