2008-11-19
PURTROPPO, com’era prevedibile, da finanziaria la crisi è diventata economica e fa sentire con pesantezza i suoi effetti negativi. Si è iniziato a parlare di stagnazione. Poi, proprio in questi giorni, l’Istat ha certificato che siamo in recessione. In termini locali, forse può aiutarci il fatto che il nostro tessuto economico è articolato per distretti produttivi, nei quali l’economia reale prevale nettamente su quella virtuale e “di carta”; così come un ruolo importante lo possono svolgere le nostre banche locali (casse di risparmio, banche di credito cooperativo, banche popolari e così via) che forse meno dei grossi gruppi bancari e finanziari risentono delle esposizioni ai cosiddetti “titoli tossici”. Alle banche locali guarda con attenzione non solo il mondo delle imprese, ma anche il sistema delle istituzioni. In fondo, le banche hanno beneficiato della crescita economica del nostro territorio, che è proseguita fino a tutto il 2007; e ora il territorio attende che una parte di quei vantaggi possa essere restituita in un momento così delicato, soprattutto in termini di sostegno ai comparti produttivi. E’ vero, peraltro, che anche le banche sono aziende e, nell’interesse supremo degli stessi risparmiatori, è bene che mantengano i bilanci in ordine.

SONO necessarie subito misure pubbliche a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati che hanno visto compromesso il loro potere d’acquisto e non ce la fanno più. Ciò anche al fine di far riprendere consumi e domanda interna. Ma sarebbe un errore esaurire su questo fronte tutte le risorse disponibili: perché il futuro del nostro paese rimane ancora legato a una ripresa degli investimenti in innovazione, ricerca, competitività e, soprattutto, a investimenti sul “capitale umano”. Certo, i tagli pesanti e indiscriminati al sistema dell’università e della ricerca pubblica, uniti alle grandi difficoltà finanziarie degli enti locali (che sono fortemente limitati nei programmi di investimento in infrastrutture e servizi), compromettono molto qualsiasi strategia di fuoriuscita dalla crisi. In questo contesto, la miglior cosa è che ogni soggetto, ogni attore sociale faccia fino in fondo la propria parte, senza invasioni di campo. Per quanto concerne la Provincia, nostro compito è quello di rendere il territorio sempre più competitivo e appetibile per gli investimenti; di incrementare la mobilità delle persone, delle merci e delle informazioni; di rafforzare la sicurezza; di favorire il trasferimento tecnologico, organizzare la formazione delle competenze, la qualificazione e il dinamismo del lavoro; di accompagnare lo sviluppo dei saperi e di sviluppare le nuove energie. Su questi e su altri fronti siamo impegnati da tempo. Vorremmo farlo sempre più insieme a tutti gli altri.
Andrea Pieroni
Presidente della Provincia di Pisa