2008-04-01
di PAOLA ZERBONI
UN’ALTRA denuncia-querela, sfociata in un processo per appropriazione indebita che, dopo due udienze, con tutta probabilità andrà a sentenza il prossimo 29 maggio di fronte al giudice monocratico. Il capo di imputazione è sempre appropriazione indebita continuata con l’aggravante della prestazione d’opera e l’imputata è ancora una volta la ragioniera commercialista Maila Scarpellini, ex consigliere comunale della lista «Per Pisa partecipiamo», per cinque anni nella maggioranza del sindaco Paolo Fontanelli. Ad accusarla, anche in questo caso, è un professionista — stavolta si tratta di un ingegnere — che fin dai primi anni Novanta, si era rivolto allo studio Scarpellini di Lungarno Galilei per il disbrigo di tutte le pratiche fiscali, affidando all’ex consigliera commercialista l’incarico di pagargli tutte le tasse, come Ici, Irpef, tassa sulla salute, per sé, per la moglie e anche per curare gli interessi di due sue anziane zie. La vicenda di cui è rimasto vittima ricalca quella capitata al ginecologo Nicola Cappelli, il quale, lo ricordiamo ha denunciato l’amica commercialista dopo aver ricevuto una valanga di cartelle esattoriali e aver scoperto che quelle tasse mai pagate gli sono costate il fermo amministrativo della macchina e del motorino e un’ipoteca sulla casa di sua proprietà per 170mila euro, il doppio dell’importo dovuto, circa 83mila euro.

ANCHE l’ingegnere, costituitosi parte civile con l’avvocato Marialuisa Bresciani, ha iniziato a ricevere decine di avvisi di mancato pagamento, fino al fermo amministrativo dell’auto e all’ipoteca sulla casa di residenza. «Il mio cliente — spiega l’avvocato Bresciani — ha chiesto spiegazioni alla sua commercialista, ma ogni volta gli veniva risposto che si trattava di un errore». Una volta era colpa delle «cartelle pazze» sull’Ici e di uno sbaglio dell’ufficio comunale tributi, un’altra volta era qualche altro ente a sbagliare. «La ragioniera — prosegue l’avvocato Bresciani — diceva che avrebbe presentato ricorso. Fino a quando, nell’estate 2003 abbiamo chiesto accertamenti alla Get e abbiamo scoperto che le tasse non erano mai state pagate. Generalmente il mio assistito di volta in volta, versava alla commercialista degli assegni con l’importo dovuto e per fortuna ne ha conservato le matrici datate e l’intestazione, per cui è stato facile dimostrarne l’avvenuta cessione. Il mio cliente ha subìto un danno che abbiamo quantificato in circa 40mila euro, anche se l’esatto importo deve ancora essere stabilito».

NEL GENNAIO 2004 il professionista, tramite il suo legale, presenta la denuncia querela e l’allora pubblico ministero Valeria Marino avvia l’inchiesta, affidando le indagini alla Guardia di Finanza. Poi si arriva al rinvio a giudizio di Maila Scarpellini e il 7 febbraio scorso si è tenuta la prima udienza nel corso della quale l’ingegnere e il capitano delle Fiamme Gialle che ha condotto le indagini, hanno ricostruito l’intera vicenda. L’imputata — assistita anche in questo processo dagli avvocati Giuseppe Botta di Palermo e Giuseppe Bonicoli di Pisa — si è avvalsa della facoltà di non rispondere, salvo dichiarare come ha fatto nel caso del ginecologo, la propria innocenza. Alla prossima udienza, fissata per il 29 maggio prossimo, saranno sentiti i consulenti fiscali nominati dal pubblico ministero, poi è attesa la sentenza.