Marta, la scuola e la piccola Mia: "Non potrei essere più felice"

Studentessa marinese protagonista di "16 anni e incinta"

Marta e la sua Mia protagoniste di "16 anni incinta"

Marta e la sua Mia protagoniste di "16 anni incinta"

Pisa, 14 aprile 2015 - Una telefonata alle 10, all’ora di ricreazione. E una alle 13, dopo il suono della campanella, prima di salire sul pullman per tornare a casa, a Marina. «Un bel passo in avanti rispetto ai primi tempi quando chiamavo ogni cinque minuti, ora sono diventata brava...». Marta ha 17 anni e una bimba di 5 mesi. Si chiama Mia, come una delle protagoniste di «Io sono di legno», romanzo di Giulia Carcasi amatissimo dagli adolescenti. Ma Mia, capelli nerissimi come la mamma e la nonna, non è di carta: al mattino Marta la fa mangiare, poi la prepara, si veste, la porta al piano di sopra da nonna Veronica (al suo fianco in ogni passo), va a scuola (l’Itc Pacinotti) e al rientro, dopo pranzo, studia aspettando che la piccola Mia faccia il sonnellino.

Il week end aiuta lo zio in un ristorante. «Ma non potrei essere più felice». Una storia, la sua, che domani sera, mercoledì, sarà raccontata dalla trasmissione tv «16 anni e incinta», in onda su Mtv. Una storia piena di ‘grazie’. Le telecamere hanno seguito Marta da quando era al settimo mese fino a febbraio scorso. Arrivando persino dentro la sala parto. «Ho scelto di raccontare la mia vita, la mia esperienza per far capire alle ragazze come me – dice Marta - che ogni situazione difficile può essere superata. E che un bambino è pura gioia anche se, lo ammetto, all’inizio è stato un vero choc». Lorenzo, il papà della piccola, ha pochi anni più di Marta. E’ stato il suo primo amore, non hanno mai pensato nemmeno per un attimo a interrompere la gravidanza. Adesso non abita più con lei, hanno vissuto sotto lo stesso tetto per tre mesi ma poi Lorenzo ha deciso di tornare a casa dai suoi genitori. Ma c’è, non è scomparso, «siamo solo un po’ cambiati».

«E io non posso che immaginarmi con lui nel mio futuro: tra dieci anni, in una casa più grande di questo garage di 45 mq trasformato in appartamento, con un altro bimbo accanto a Mia e magari un lavoro di ostetrica» dice Marta che grazie alla maternità ha riconquistato anche il rapporto con la mamma. «Ho capito tutti suoi no, le sue paure, la sua ansia». Prima la odiava, lo scriveva ovunque, sulle pareti della cameretta, sull’asfalto. Ora le dice grazie. «Mi ha sostenuta fin dall’inizio. Lei e Mia sono la mia forza». E poi ci sono le amiche, quelle che l’hanno aiutata senza giudicare: «Carlotta, Livia e Svi». «Ma dico la verità: sono più le persone che mi hanno sorretto e capito che quelle che mi hanno ‘scansato’. E in ogni caso del giudizio altrui non mi importa nulla: io ho Mia e non sarò mai sola»

Francesca Bianchi