{{IMG_SX}}Perugia, 3 giugno 2009 - Dedica tutta la vita alla bellezza, a difenderla dalle aggressioni del tempo e dagli insulti degli uomini, a rinnovarne i fasti. Caterina Bon Valsassina è una emigrante di lusso che mai ha tagliato i legami con la sua città, anche se la carriera - prestigiosa, a dir poco - l’ha condotta lontano.

 

E’ stata funzionaria della Soprintendenza umbra dal dicembre ’89 al 2001, impegnata nel restauro della Fontana Maggiore, nella conduzione del palazzo Ducale eugubino e poi della Rocca albornoziana di Spoleto. Quindi soprintendente a Milano e dal 2002 direttrice dell’Istituto centrale del restauro, cui si è aggiunta di recente la nomina a conduttrice del polo museale veneziano. Sempre con quell’estrema disponibilità, segno e simbolo di valore assoluto.

 

Un giudizio su Perugia, per favore. Anche se ne è lontana...
"Neanche per idea, la mia casa è qui, ho mantenuto la residenza, ritorno tutti i fine settimana. Perché ne ho bisogno, sento la necessità di frequentarla, di viverla".


Sarebbe a dire?
"Che non posso fare a meno della campagna, dei colli, dell’armonia del Tevere. Del verde".

 

E basta?
"Ma no, ho collaborato e collaboro con le cose culturali, una parte di me è rimasta legata in maniera indelebile. Se mi chiamano, mi muovo subito, corro: per consulenze, per alcuni progetti che riguardano Palazzo Della Penna".

 

Più praticamente. Il problema sicurezza....
"Una sensazione negativa. Mi ricordo ancora quando addirittura alle dieci di mattina per andare da Palazzo dei Priori a via Ulisse Rocchi sono stata circondata da un gruppo di balordi e sbattuta contro il muro. Non so se le cose vadano meglio. Del resto sono pigrissima, quando torno di sera giro poco e conosco le ore quando è meglio andar fuori".


Infrastrutture.
"Il minimetrò, immagino. Mi pare molto bello, ci sono andata di proposito per vedere, gustare il panorama. Però ero desolatamente sola, all’andata e al ritorno. L’impatto, ripeto, è positivo. Ma come diavolo faranno a sopravvivere? Un mezzo pubblico in questo modo non si può gestire da solo. Almeno questo è il mio parere".

 

Le comunicazioni sono migliorate?
"Insomma. Abito a Ponte San Giovanni e nei giorni festivi non ti muovi se non hai l’automobile. Un caso limite che mi è accaduto di recente. Per tenermi in forma amo camminare e spesso arrivo in città col mezzo pubblico e scendo a casa a piedi. Bene, anzi male: l’ultima volta ho perso il trenino per un minuto e il prossimo era dopo due ore. E di autobus ne esiste uno alla mattina e uno alla sera. Un po’ poco anche in un giorno festivo".


Parliamo di treni.
"Ce n’era uno fantastico. Partivi alle otto meno un quarto, via Todi-Marsciano-Terni e arrivavi a Roma Termini alle dieci. Ci incontravo spesso Cucinelli, era affollato di pendolari, una meraviglia. Costo del biglietto nove euro. Tutto bene, anzi malissimo: l’hanno cancellato".


Lei guida la macchina?
"A Roma mai. A Perugia non mi trovo male, con i miei orari. La domenica se trovo gente conosco posti diversi, facili, lontani dal flusso dei turisti".

 

Il delitto Meredith ha pesato sull’immagine della città?
"I delitti sessuali avvengono ovunque. La risposta è ovvia: no"


Il voto alla città in generale?
"Non sono obiettiva: il voto del cuore".