{{IMG_SX}}Perugia, 13 marzo 2009 - "Alcuni familiari di Raffaele Sollecito, processato a Perugia per l'omicidio di Meredith Kercher, volevano insabbiare l'indagine sul giovane pugliese. Volevano eliminare personalmente e fisicamente chi si occupava dell'inchiesta". Queste le pesanti parole dell'ispettore della squadra mobile di Perugia Oreste Volturno, che ha testimoniato oggi pomeriggio davanti alla Corte d'assise.

 

L'investigatore ha riferito delle intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite. In esse venivano citati politici quali ''Nania, Formisano e Mastella'' come ''persone alle quali rivolgersi''. L'ispettore Volturno ha spiegato che i congiunti di Sollecito ''avevano manifestato la volontà di rivolgersi a questi esponenti fino alla decisione della Cassazione (che confermò le ordinanze di custodia cautelare)". Ha poi affermato che agli atti dell'indagine ''non
risultano telefonate ai politici'' e non è stato accertato un loro intervento.

 

Le intercettazioni - è emerso dalla deposizione - hanno riguardato il padre, la sua compagna, la sorella e uno zio di Sollecito, nonchè altri familiari dei quali l'ispettore ha detto di non ricordare il nome.