{{IMG_SX}}Perugia, 27 gennaio 2009 - Oggi è il giorno della sua deposizione. Lui, Roberto Spaccino (nella foto), imputato per l'omicidio della moglie Barbara Cicioni, ha descritto davanti alla Corte d'assise di Perugia la lite avuta con la moglie la notte in cui venne uccisa. ''Due schiaffetti, talmente leggeri che non potevano averle fatto male''. E Roberto Spaccino ha anche assicurato che quando uscì di casa la donna era ancora viva, ''dormiva e la sentii russare''.

 

Spaccino ha risposto al pm Antonella Duchini parlando quasi sempre al presente: ''mia moglie tiene la tv bassa'' o ''i bambini dormono su un letto a castello''. Si è commosso quando le domande del pm si sono concentrate sulle ore cruciali della notte tra il 24 e il 25 maggio del 2007, quella del delitto. Presenti in aula i genitori e uno dei fratelli dell'uomo che ha sempre respinto l'accusa di avere ucciso la moglie, nonchè la madre di quest'ultima. Con il magistrato il trentanovenne di Marsciano ha ricostruito passo passo, nei minimi dettagli, le ore che hanno preceduto l'omicidio, descrivendo i suoi spostamenti e gli incontri.

 

Spaccino ha spiegato che la lite con la moglie avvenne verso le 23.15 del 24 maggio nella loro camera da letto. La Cicioni - secondo la sua versione - gli aveva detto che il giorno dopo non avrebbe potuto nè andare al lavoro nè occuparsi dei bambini per i problemi alle gambe legati alla gravidanza. L'uomo aveva quindi replicando che sarebbe allora uscito per andare nella loro lavanderia a compiere alcune operazioni sui macchinari. ''Lei però - ha sostenuto Spaccino - era arrabbiata perchè non voleva uscissi a quell'ora. Diceva che ho altre donne, le amanti.

 

Strillava e le dissi di non farsi sentire dai nostri due figli che dormivano. Da sola si mise sul volto un cuscino sul quale diedi due schiaffetti per farla smettere''. Secondo la ricostruzione dell'imputato la Cicioni a quel punto si sedette sul letto facendo scivolare il guanciale sul petto e cominciando ''a smanare''. ''Mi fece male a un dito - ha proseguito - e così le urlai un 'vaffa' e le diedi una spinta sul petto, poi me andai a vedere la tv in salotto. Dopo una mezz'ora mi sono accorto che dormiva, russava, e sono uscito per andare a Marsciano''.

 

Spaccino si è soffermato anche sulla persiana della porta-finestra della cucina lasciata socchiusa dalla quale - sempre secondo la sua versione - entrò in casa chi uccise la moglie. ''Non l'ho chiusa - ha spiegato quasi in lacrime - e quella è stata la mia rovina''.