{{IMG_SX}}Perugia, 18 dicembre 2008 - La scomparsa di una persona cara, specie se molto giovane, è sempre qualcosa di devastante. A volte però il durissimo e difficile percorso dell’elaborazione del dolore riesce a far scattare la molla dell’impegno proprio nei confronti di chi magari, a sua volta, si trova a dover combattere la più importante delle battaglie, quella per la vita.

 

"Non credo di aver fatto niente di speciale. Voglio solo cercare di regalare un sorriso a quei piccini che trascorreranno il Natale in una delle stanze dell’oncoematologia pediatrica. Un modo per portare avanti un impegno che in realtà è cominciato anni fa proprio per volere di quel nipote stupendo che oggi non c’è più...". E’ così che Giuseppe Bindocci, zio di Alessio Becchetti, scomparso nel giugno scorso a 26 anni dopo un calvario durato otto anni, racconta a La Nazione il perchè della sua iniziativa in favore del reparto ospedaliero perugino.

 


"Alessio era un ragazzo solare - dice guardando con emozione la foto del nipote -, e ogni anno a Natale voleva che facessimo insieme un regalo a quei bambini. Lui per primo, quando diciottenne si trovò improvvisamente catapultato in ospedale con una diagnosi terribile: aplasia midollare severa, aveva ricevuto dei doni da alcuni benefattori. ‘Un momento di serenità zio’, mi diceva sempre, ‘che è importante poter avere quando si è ricoverati...’.

 

E così avevamo cominciato e ogni anno, a Natale, non mancavano mai di fare i nostri doni al reparto. Ora Alessio se ne è andato lasciando un grande, incolmabile vuoto - dice ancora Giuseppe, sposato e papà di un bimbo di 5 anni, Lorenzo -. Continuare questa sua volontà mi è sembrato un po’ come averlo ancora in qualche modo vicino...". Stavolta però Giuseppe, che lavora in un grande parcheggio della zona di Fontivegge, non è rimasto da solo. Per aiutarlo sono scesi in campo, è proprio il caso di dirlo, tanti amici.

 

"E’ vero - racconta -, il primo a darmi una mano è stato Marco Materazzi che conosco da tanti anni. Mi ha regalato una sua maglia autografata. ‘Fai una lotteria’, mi ha suggerito, ‘così magari riesci a comprare più cose’. Un’idea che mi è sembrata ottima e così mi sono messo in moto per avere le autorizzazioni necessarie, i manifesti pubblicitari, i biglietti e naturalmente le maglie dei calciatori. Dopo quella di Materazzi sono arrivate quelle di altri due amici, ex grifoni: Emanuele Balsi, centrocampista del Napoli e Marco Di Loreto, oggi al Torino. Loro mi hanno fatto avere anche altre maglie autografate di giocatori di serie A come Totti, Lavezzi, Hansik e Sereni.

 

Pure il Perugia calcio ha donato due maglie, per un totale di dieci pezzi che verranno ora assegnati in base alle estrazioni del lotto. E’ stato un tale successo che ho venduto tutti i biglietti. Con il ricavato ho acquistato ben otto diversi giochi elettronici adatti alle procedure di asetticità che il reparto deve avere e anche dei giocattoli semplici per i più piccini. Ringrazio davvero tutti quelli che mi hanno aiutato - dice commosso -, dai calciatori alla gente che ha acquistato i tagliandi dell’iniziativa ‘dai un calcio alla sofferenza’. Se riuscirò a strappare anche un solo sorriso, il Natale per me sarà un po’ meno triste...".