2008-05-26
di MICHELE NUCCI
CORCIANO
CHI LO AVREBBE mai immaginato, che la processione del Corpus Domini sarebbe finita in rissa. Con due persone al pronto soccorso a farsi medicare, qualche contuso e momenti di paura tra i fedeli. E accaduto ieri pomeriggio a Corciano. Dove, come ogni anno, in occasione della solennità religiosa, si svolge appunto la processione, quella grande, cui partecipa gran parte del paese. Una ricorrenza celebrata ovunque. E così anche nel piccolo borgo. Il corteo stava per concludersi, era arrivato in via Cornaletto lungo la salita che spalanca le porte al Torrione quando, in uscita dal paese, sopraggiunge unauto. Che incrocia la processione. Laddetto al servizio dordine invita il veicolo ad accostarsi e fermarsi, in attesa che la gente finisca si sfilare.
DALLA MACCHINA scende una ragazza, 30-35 anni, che inizia a imprecare contro i fedeli, contro la Chiesa, contro le processioni religiose. Ne ha per tutti insomma. Al volante cè però un uomo che in un primo momento resta dentro. Quando il corteo è quasi sfilato e lauto sta per ripartire, altre offese: «Andate a vaff..., pezzi di m..., voi e la vostra processione». «Abbi un po di rispetto» grida qualcuno alla donna. Ma lei non desiste. Continua a gridare e imprecare. Alcuni, sia uomini che donne, si avvicinano e la invitano di nuovo a calmarsi. Dalle parole alle mani, passa un istante. Volano calci, schiaffi pugni. La ragazza colpisce al volto una donna di Corciano. Unaltra le si avvicina e grida: «In nome di Gesù, cè una processione». Ma questa non vuol saperne e le dà un pugno dritto dritto sul naso. La rissa, a questo punto, si allagra: luomo che era in auto scende per difendere lamica. Intervengono altre persone. La gente scappa, i bambini piangono. Servono una decina di minuti per placare gli animi. Qualcuno chiama i carabinieri. Che intervengono cercando di individurare i provocatori. E iniziata a schiaffi e probabilmente finirà a querele. Ma la frittata è fatta.
E PENSARE CHE proprio poche ore prima a riprova di una capacità francamente profetica e preveggente era stato addirittura larcivescovo Giuseppe Chiaretti, dal pulpito della cattedrale perugina di San Lorenzo, a santificare il Corpus Domini con ammonimenti duri, proprio sulla capacità di dialogo e sulleducazione, che sembrano essere un ricordo dei tempi andati.
Ha parlato anche da vicepresidente della Cei, Chiaretti, quando ha indicato tra le «povertà morali e spirituali» della società di oggi anche il «grave dissesto educativo». «Oggi ha detto le viviamo con particolare intensità, soprattutto nei riguardi dei nostri ragazzi e giovani. Lorganizzazione duna società senza legalità, la crisi della famiglia, la disabitudine al sacrificio, una libertà che è solo puro arbitrio, limmoralita' dei comportamenti personali e collettivi stanno provocando ha proseguito quel profondo malessere che ha investito i nostri giovani, che si ritrovano privi di ragioni serie per vivere, e intacca anche i nostri fanciulli profondamente turbati dal dissesto della famiglia e quindi non amati da chi dovrebbe amarli, come la stampa puntualmente registra». Appunto. E invitava Chiaretti a «tornare alla carità della presenza, del consiglio, dellinsegnamento, delleducazione, visto quel disastro educativo che autorevoli osservatori della crisi della nostra società stanno sempre più chiaramente denunciando». Appunto.
E NON AVEVA risparmiato scapaccioni da padre, ovviamente anche a chi non vede, e anzi odia, i poveri, che «oggi sono gli immigrati rom, i profughi politici, i perseguitati dal potere, i senza lavoro, i senza casa e così via: umiliano e offendono anche noi quei giovinastri che pretendono di risolvere le difficoltà più o meno serie duna convivenza con la violenza, non meno arrogante e brutale daltre violenze. La condanniamo senza riserve».
di MICHELE NUCCI
CORCIANO
CHI LO AVREBBE mai immaginato, che la processione del Corpus Domini sarebbe finita in rissa. Con due persone al pronto soccorso a farsi medicare, qualche contuso e momenti di paura tra i fedeli. E accaduto ieri pomeriggio a Corciano. Dove, come ogni anno, in occasione della solennità religiosa, si svolge appunto la processione, quella grande, cui partecipa gran parte del paese. Una ricorrenza celebrata ovunque. E così anche nel piccolo borgo. Il corteo stava per concludersi, era arrivato in via Cornaletto lungo la salita che spalanca le porte al Torrione quando, in uscita dal paese, sopraggiunge unauto. Che incrocia la processione. Laddetto al servizio dordine invita il veicolo ad accostarsi e fermarsi, in attesa che la gente finisca si sfilare.
DALLA MACCHINA scende una ragazza, 30-35 anni, che inizia a imprecare contro i fedeli, contro la Chiesa, contro le processioni religiose. Ne ha per tutti insomma. Al volante cè però un uomo che in un primo momento resta dentro. Quando il corteo è quasi sfilato e lauto sta per ripartire, altre offese: «Andate a vaff..., pezzi di m..., voi e la vostra processione». «Abbi un po di rispetto» grida qualcuno alla donna. Ma lei non desiste. Continua a gridare e imprecare. Alcuni, sia uomini che donne, si avvicinano e la invitano di nuovo a calmarsi. Dalle parole alle mani, passa un istante. Volano calci, schiaffi pugni. La ragazza colpisce al volto una donna di Corciano. Unaltra le si avvicina e grida: «In nome di Gesù, cè una processione». Ma questa non vuol saperne e le dà un pugno dritto dritto sul naso. La rissa, a questo punto, si allagra: luomo che era in auto scende per difendere lamica. Intervengono altre persone. La gente scappa, i bambini piangono. Servono una decina di minuti per placare gli animi. Qualcuno chiama i carabinieri. Che intervengono cercando di individurare i provocatori. E iniziata a schiaffi e probabilmente finirà a querele. Ma la frittata è fatta.
E PENSARE CHE proprio poche ore prima a riprova di una capacità francamente profetica e preveggente era stato addirittura larcivescovo Giuseppe Chiaretti, dal pulpito della cattedrale perugina di San Lorenzo, a santificare il Corpus Domini con ammonimenti duri, proprio sulla capacità di dialogo e sulleducazione, che sembrano essere un ricordo dei tempi andati.
Ha parlato anche da vicepresidente della Cei, Chiaretti, quando ha indicato tra le «povertà morali e spirituali» della società di oggi anche il «grave dissesto educativo». «Oggi ha detto le viviamo con particolare intensità, soprattutto nei riguardi dei nostri ragazzi e giovani. Lorganizzazione duna società senza legalità, la crisi della famiglia, la disabitudine al sacrificio, una libertà che è solo puro arbitrio, limmoralita' dei comportamenti personali e collettivi stanno provocando ha proseguito quel profondo malessere che ha investito i nostri giovani, che si ritrovano privi di ragioni serie per vivere, e intacca anche i nostri fanciulli profondamente turbati dal dissesto della famiglia e quindi non amati da chi dovrebbe amarli, come la stampa puntualmente registra». Appunto. E invitava Chiaretti a «tornare alla carità della presenza, del consiglio, dellinsegnamento, delleducazione, visto quel disastro educativo che autorevoli osservatori della crisi della nostra società stanno sempre più chiaramente denunciando». Appunto.
E NON AVEVA risparmiato scapaccioni da padre, ovviamente anche a chi non vede, e anzi odia, i poveri, che «oggi sono gli immigrati rom, i profughi politici, i perseguitati dal potere, i senza lavoro, i senza casa e così via: umiliano e offendono anche noi quei giovinastri che pretendono di risolvere le difficoltà più o meno serie duna convivenza con la violenza, non meno arrogante e brutale daltre violenze. La condanniamo senza riserve».
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