Mercoledì 24 Aprile 2024

Pentagono obbligato a pubblicare 200 foto di torture su prigionieri dell'era Bush

Un successo della American Civil Liberties Union che da più di 10 anni si batte per ottenere dalla Difesa Usa le immagini degli abusi nelle carceri di Iraq e Afghanistan

Combo foto torture pubblicate dal Pentagono (da sito aclu.org)

Combo foto torture pubblicate dal Pentagono (da sito aclu.org)

New York, 6 febbraio 2016 - Dopo una battaglia legale di più di dieci anni il Pentagono è stato costretto a pubblicare circa 200 foto di detenuti vittime di torture e abusi nelle carceri statunitensi in Iraq, Afghanistan e (forse) Guantanamo. 

Dall'ottobre del 2003 l`associazione American Civil Liberties Union lotta per la pubblicazione delle foto delle torture attuate nelle prigioni americane in Medio Oriente nel corso dell`era Bush. 

Una battaglia che non si ferma, infatti l`associazione ha annunciato di volere la divulgazione di altre 1.800 immagini, che il Pentagono si ostina a mantenere segrete. Già a novembre scorso, il segretario alla Difesa, Ashton Carter, aveva aperto la strada alla pubblicazione di 198 fotografie, dopo che due dei suoi predecessori, Leon Panetta e Robert Gates, si erano rifiutati di divulgarle. L'American Liberties Civil Union comunque aveva bollato quel rilascio come "insufficiente e arbitrario", attaccando apertamente l`amministrazione Obama. 

Rapporti, queli tra l'associazione e Obama, Mai stati idilliaci. Il presidente degli Stati Uniti , nel maggio del 2009, vietò che le foto compromettenti dei torturati venissero pubblicate, per evitare di provocare sentimenti anti-americani. 

E pochi mesi dopo il Congresso approvò il Protected National Security Documents Act: il provvedimento che consentiva la distruzione delle foto dei torturati durante l'era Bush, a meno che il segretario alla Difesa non fosse in grado di garantire che la loro eventuale divulgazione non comportasse pericoli per le truppe americane. 

La svolta è arrivata nel 2014 con una sentenza federale che obbligò il Pentagono a individuare le immagini dannose per la sicurezza nazionale, attraverso adeguate motivazioni. Secondo il giudice, non tutte le foto avrebbero difatti costituito un pericolo per gli Stati Uniti, contraddicendo platealmente quanto sostenuto dai due precedenti segretari alla Difesa, Gates e Panetta. 

Il 19 febbraio ci sarà la prossima udienza. Il gruppo ha citato il caso di Eric Garner, l'afroamericano morto per soffocamento a New York dopo che un poliziotto lo aveva atterrato con la presa al collo. Il video circolò molto sui social media e diede il via a proteste in tutti gli Stati Uniti. "Crediamo che le foto, quando vengono pubblicate, possano avere la capacità di fare lo stesso nei casi di abusi contro i detenuti, e credo che anche il Pentagono lo sappia", ha detto al Guardian Alex Abdo, avvocato della non profit.