Pensioni, incassano il vitalizio da 36 anni. Inps in crisi per 500mila assegni

E la statistica non comprende l'esercito dei dipendenti pubblici

Pensioni, la fotografia delle rendite

Pensioni, la fotografia delle rendite

Roma, 4 aprile 2016 - SONO quasi 500mila le pensioni in pagamento da prima del 1980, dunque da oltre 36 anni. E questo solo nel settore privato. Ma si va oltre il milione e mezzo se si sommano anche le baby pensioni del pubblico impiego (almeno altre 500mila) e gli altri tipi di assegni assistenziali di varia natura (più di 500mila). A lanciare questo numero sulle sperequazioni previdenziali è il presidente dell’Inps, Tito Boeri, sostenitore, proprio sulla base di cifre come queste, dell’esigenza di un riequilibrio della spesa pensionistica a favore dei giovani.

 

LE RIFORME, soprattutto le ultime, hanno prodotto un progressivo incremento dell’età pensionabile e la fine delle pensioni di anzianità. Quelle baby del settore pubblico erano state eliminate agli inizi degli anni Novanta. Di prepensionamenti sul modello di quelli per le grandi crisi degli anni Settanta-Ottanta non si parla più da qualche decennio. Eppure, nei numeri e nei bilanci dell’Inps sono rimaste le tracce consistenti di quelle regole e di quelle operazioni nelle quali i trattamenti previdenziali hanno avuto il ruolo di ammortizzatori sociali a carico della fiscalità generale. Così, secondo i dati delle tabelle Inps, in Italia ci sono 474.000 pensioni liquidate prima del 1980, in pagamento da oltre 36 anni: si tratta di assegni di vecchiaia e di anzianità e ai superstiti del settore privato, esclusi quindi gli assegni di invalidità, quelli agli invalidi civili e le pensioni sociali, oltre ai trattamenti degli ex dipendenti pubblici. Per le pensioni di vecchiaia l’età media alla decorrenza era di 54,9 anni mentre per quella ai superstiti era di 41,3 anni.

Se si considerano anche gli altri tipi di trattamenti, emerge che le invalidità previdenziali ante ’80 erano 439.718 (44,5 l’età alla decorrenza), le pensioni sociali 24.308 (33 anni l’età media alla decorrenza) e 96.973 le pensioni agli invalidi civili (23,21 anni l’età alla decorrenza). Se, infine, si parte dal 1986, le pensioni di vecchiaia in pagamento da allora sono oltre 800mila mentre altri 527mila assegni sono ai superstiti. Nessuna indicazione, invece, per il pubblico impiego: ma solo per le baby pensioni ante ’92 la stima di qualche anno fa era di oltre 500mila.

 

A CONTI fatti, la distanza dell’età media di decorrenza tra gli anni Ottanta e oggi è notevole: basti pensare che nel 2015 le pensioni anticipate sono state 238.400 con un’ età media alla decorrenza di 62,55 anni mentre quelle ai superstiti sono state 173.378 con un’età media alla decorrenza di 73,89 anni.

Ma l’occasione è tornata utile a Boeri anche per rispondere alle polemiche sull’alto numero di pensionati sotto i 750 euro al mese (quasi 6 su 10): per il presidente Inps bisogna «guardare al dato medio per pensionato, e non alla pensione media», perché «la situazione è meno grave di quel che si possa pensare». In Italia, infatti, sono molti i pensionati che percepiscono più di un trattamento.

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