«Questo Livorno ha tanta qualità, lotterà per la serie A fino alla fine»

Domani la sfida al "Menti". La parola a Stefan Schwoch, doppio ex biancorosso e amaranto

Stefan Schwoch

Stefan Schwoch

 

Livorno, 23 dicembre 2014 - L’11 GIUGNO del 1995 segnò due reti in una partita che avrebbe potuto lasciar presagire il concretizzarsi di un grande sogno per il Livorno e invece, appena una settimana dopo, i giallorossi del Castel di Sangro ribaltarono la situazione per 2-0, recuperando il gap subito al Picchi e facendo valere i gol fatti in trasferta. Due reti che di fatto preclusero al Livorno il salto in C1, rimandando ogni gioia a due stagioni dopo, nel 1997. Le 20 reti firmate da Stefan Schwoch però sono rimaste nella storia del club amaranto, grande realizzatore, che negli anni successivi passò poi per Ravenna, Venezia, Napoli, Torino e Vicenza. Doppio ex ideale per presentare una sfida, quella di domani, dall’esito del tutto incerto. Proprio lui, che in biancorosso ha fatto più di 200 presenze realizzando 74 reti. «Vicenza ha rappresentato una parentesi importante della mia carriera – ha detto il bomber -, lì ho finito di giocare e sono rimasto a vivere».

Un club all’interno del quale ha avuto anche la possibilità di lavorare. Che esperienza è stata?

«Bella, ho fatto sia il direttore sportivo che l’osservatore, poi le strade si sono divise. Non ci sono più stati i requisiti per andare avanti».

I biancorossi stanno andando bene, che tipo di squadra è?

«Dopo il cambio di allenatore hanno fatto un bel passo in avanti, l’obiettivo principale è quello di raggiungere la salvezza, e diciamo che in questo momento sono assolutamente in linea. Anzi, forse stanno anche facendo qualcosina in più, hanno ritrovato anche un feeling importante con il pubblico che prima mancava».

Mentre invece il Livorno naviga a -1 dalla seconda. E qualcuno non è contento...

«Cosa vogliamo chiedergli di più dico io, il Livorno alla fine lotterà per andare in serie A e adesso è in una posizione ottima, ha tantissima qualità davanti, di categoria superiore. Quando una squadra naviga in quelle zone è difficile chiedergli di poter fare ancora meglio. Davanti adesso ci sono sorprese come Carpi e Frosinone, che nessuno si sarebbe mai aspettato, ma sono convinto che gli amaranto saranno lì fino alla fine a giocarsi la A, insieme al Bologna, che si riprenderà».

Se pensa per un momento a quella stagione, 1994-95, cosa le viene in mente?

«Una piazza calda, calorosa, con un pubblico eccezionale pronto a regalare emozioni genuine all’ingresso del Picchi. Io penso che se un giocatore fa bene a Livorno può essere determinante in ogni piazza. E’ una città esigente, e se gli entri nel cuore vuol dire che hai gli attributi per emergere ovunque».

Purtroppo tutto finì con una delusione cocente.

«Meritavamo la promozione. Assaporammo il bello e il brutto del calcio, a Livorno ho conosciuto persone vere che ogni tanto sento ancora, sono stato bene e... mi manca tanto il suo mare».

Paolo Biagioni