Firenze, 10 gennaio 2015 - Con l'evolversi degli eventi che hanno fatto seguito alla strage al giornale satirico parigino Charlie Hebdo non si sono fermate le iniziative di solidarietà e vicinanza con la Francia. Tante le manifestazioni, le dichiarazioni e i racconti di quanti hanno vissuto con ansia l'attacco che ha sconvolto in questi giorni Parigi. Ma cresce anche la paura per quelli che potrebbero essere considerati obiettivi sensibili.
FIRENZE - "Vorremmo portare il Gonfalone della città di Firenze, con una rappresentanza, in place de la Republique": ha detto oggi il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine dell'assemblea regionale del Pd, spiegando ai giornalisti la volontà dell'amministrazione fiorentina di essere presenti domani a Parigi alla marcia. Il sindaco ha poi aggiunto: "Siamo in contatto con l'ambasciata italiana a Parigi". Ieri sera in piazza Ognissanti in tanti hanno partecipato alla fiaccolata che si è radunata davanti al consolato francese, nello stesso punto in cui si era tenuto il giorno prima il sentito presidio per Charlie Hebdo. Nel corso della giornata di ieri Nardella e il governatore della Toscana Enrico Rossi hanno anche incontrato il console francese a Firenze, Isabelle Mallez. Un collettivo di video maker fiorentini ha inoltre ideato un videoclip dedicato alla tragedia: "Sarà aggiornato settimanalmente per un anno".
A EMPOLI questa volta sono stati gli studenti delle scuole superiori i protagonisti di un flash mob che urlava: "Basta follia".
LIVORNO - Laura Casorio vive con la famiglia a Castiglioncello ma è a Parigi da qualche giorno come responsabile dei volontari del Servizio missionario protestante. Racconta l'angoscia dell'attacco terroristico: "L'orrore rimane. Ma dico no alla paura". Intanto per l’allarme terrorismo c'è ansia nella città labronica per l'apertura del cimitero monumentale ebraico di domenica.
Grande paura anche a PISA per un video attribuito all'Isis in cui si vede chiaramente la Torre di Pisa.
A PONTEDERA presidio sotto il Comune: "Contro fanatismo e violenza"
UN SENESE, Pietro Romano, 27 anni, di Sovicille, che da settembre lavora in una casa di moda a Parigi, racconta nuovamente gli attimi successivi all'assalto al giornale satirico. "C’ero anche io in Place de la République Il tam tam sulla strage è passato dai social".
DALL'UMBRIA, invece, arriva il punto di vista di un giornalista perugino che ha vissuto per anni a Parigi come corrispondente dell’Ansa. Durante quel periodo Fausto Belia si trovò a seguire la rivolta dei ragazzi delle Banlieue, le periferie parigine, gli stessi quartieri nei quali sono cresciuti i terroristi autori della strage nella sede di Charlie Hebdo, della morte di una vigilessa e di quattro ostaggi. Per Belia: "Questa è proprio l’onda lunga delle Banlieue. Ho avuto modo di constatare la rabbia di quei ragazzi che con le loro barricate, le loro azioni, cercavano una rivincita in realtà difficilissima".