Giovedì 16 Maggio 2024

Il monito del Papa ai politici: "I diritti del lavoro vanno tutelati"

Francesco: ""La crescita delle diseguaglianze e delle povertà mettono a rischio la democrazia ", E difende lo Stato Sociale: "Non può essere considerato una variabile dipendente dai mercati finanziari e monetari".

Papa Francesco (Olycom)

Papa Francesco (Olycom)

Roma, 2 ottobre 2014 - "La crescita delle diseguaglianze e delle povertà mettono a rischio la democrazia inclusiva e partecipativa, la quale presuppone sempre un'economia e un mercato che non escludono e che siano equi". La denuncia è di Papa Francesco che, "in presenza di una crescente ideologia consumistica, che non mostra responsabilità nei confronti delle città e del creato", alza la voce in difesa dello Stato Sociale. Quest'ultimo, dice il pontefice, "non puo' essere considerato una variabile dipendente dai mercati finanziari e monetari". Francesco chiede nuovi "meccanismi di tutela dei diritti del lavoro, nonché dell'ambiente".

Nel discorso rivolto al Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, condanna dunque tutte "le visioni che pretendono di aumentare la redditività, a costo della restrizione del mercato del lavoro che crea nuovi esclusi". Si tratta di posizioni, spiega, che "non sono conformi ad una economia a servizio dell'uomo e del bene comune", né "ad una democrazia inclusiva e partecipativa". "Lo Stato di diritto sociale non va smantellato e in particolare il diritto fondamentale al lavoro", rivendica il Papa in difesa di quello che definisce "un bene fondamentale rispetto alla dignità, alla formazione di una famiglia, alla realizzazione del bene comune e della pace". "L'istruzione e il lavoro, l'accesso al welfare per tutti - infatti - sono elementi chiave sia per lo sviluppo e la giusta distribuzione dei beni, sia per il raggiungimento della giustizia sociale, sia per appartenere alla società e partecipare liberamente e responsabilmente alla vita politica".

"Un altro problema - elenca inoltre Francesco - sorge dai perduranti squilibri tra settori economici, tra remunerazioni, tra banche commerciali e banche di speculazione, tra istituzioni e problemi globali: è necessario tenere viva la preoccupazione per i poveri e la giustizia sociale". Francesco invoca dunque "profonde riforme che prevedano la ridistribuzione della ricchezza prodotta e l'universalizzazione di mercati liberi a servizio delle famiglie, dall'altra la ridistribuzione della sovranità, sia sul piano nazionale sia sul piano sovranazionale".

Questa mattina il Papa ha anche partecipato al vertice dei nunzi apostolici del Medio Oriente, presieduto dal segretario di Stato Pietro Parolin alla prima loggia del Palazzo Apostolico, e in un saluto a Mar Dinkha IV, Catholicos Patriarca della Chiesa Assira d'Oriente ha ricordato le "guerre" e le "violenze" che "stanno colpendo i cristiani e gli appartenenti ad altre minoranze religiose, specialmente in Iraq e Siria". "Non vi sono ragioni religiose, politiche o economiche - ha scandito - che possono giustificare ciò che sta accadendo a centinaia di migliaia di donne, uomini, bambini innocenti" in Iraq e Siria, ha affermato. "Quando pensiamo alla loro sofferenza, ci viene spontaneo andare oltre la distinzione di rito o di confessione, poiché in essi è il corpo di Cristo che ancora oggi viene ferito e umiliato", ha detto il Papa esprimendo la propria vicinanza a "questi nostri fratelli e sorelle che stano soffrendo una persecuzione quotidiana"