Consiglio Ue, via libera al piano Juncker. Lui: "Ho fiducia nelle riforme di Renzi"

Il piano crea un nuovo fondo per gli investimenti strategici con lo scopo di mobilitare 315 miliardi di euro nel 2015-2017. Gli Stati verseranno a rate i fondi extra. Il richiamo di Merkel: "Il Patto di stabilità va rispettato". Fine del semestre italiano in Ue, Renzi: "La nostra eredità è crescita e non austerità"

 Jean-Claude Juncker e Matteo Renzi (Ansa)

Jean-Claude Juncker e Matteo Renzi (Ansa)

Bruxelles, 18 dicembre 2014 - Via libera della Ue al piano Juncker che crea un nuovo fondo per gli investimenti strategici (Efsi) con lo scopo di mobilitare 315 miliardi di euro nel prossimo triennio. La Ue "prende nota della posizione favorevole" indicata dalla Commissione verso i contributi dei Paesi, "necessariamente in linea con la flessibilità" esistente. Sono queste le conclusioni del Consiglio europeo che sancisce la fine della presidenza italiana. A questo proposito, "questi sei mesi per noi sono stati un grande momento, una nuova stagione per Europa", ha detto Matteo Renzi nella conferenza stampa finale. "Crescita e non solo austerità - ha commentato il premier - è questa l'eredità che lasciamo, crescita, crescita, crescita". Poi scherza: "Sarò qui solo per i prossimi 5 minuti, la prossima presidenza sarà nel 2028-29. Per l'Italia è importante la stabilità, ma non ci sarò io". In riferimento alla situazione politica in Italia: "L'esame sarà nel 2018 quando torneremo alle elezioni, con la cadenza di tutti i paesi normali". 

IL PIANO  - La Commissione europea adotterà i testi legislativi sulla proposta del piano di investimenti nella riunione del prossimo 13 gennaio. Il Consiglio, poi, "è chiamato ad approvarli entro giugno, in modo che i nuovi investimenti del piano Juncker possano essere attivati al più presto a metà 2015", si legge nelle conslusioni del summit Ue. Mentre la Bei, la banca degli investimenti europei, è "invitata a cominciare le attività utilizzando i suoi fondi da gennaio 2015".  Per Mattero Renzi, il piano Juncker è "un passo politico, non si tratta solo di burocrazia" e "questo è un motivo di soddisfazione per la presidenza italiana del semestre".

LE RATEIZZAZIONI - Per quanto riguarda i contributi al bilancio comunitario, i Paesi hanno chiesto di poter versare il conguaglio a rate anziché in un'unica soluzione, e oggi il Consiglio ha accordato questa richiesta.Concessa a Bulgaria, Cipro, Francia, Italia, Malta, Regno Unito e Slovacchia l'autorizzazione a versare in più tranche il contributo extra. Il Regno Unito dovrà versare alle casse comunitarie 2,1 miliardi di euro, mentre l'Italia 400 milioni. Ma Juncker frena: "Se a causa dei contributi al piano di investimenti un Paese violerà i vincoli del Patto di stabilità, questi non saranno presi in considerazione".

LA FIDUCIA A RENZI - "Ho piena fiducia nel premier Matteo Renzi e sono certo che non mi deluderà", ha detto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che aveva lodato il premier anche nel pomeriggio. Juncker non ha intenzione di "sorvegliare il signor Renzi" ma con il governo italiano è in corso "una discussione su un certo numero di argomenti che riguardano i conti pubblici" e "all'inizio di marzo decideremo". E, in riferimento al sementre italiano: "In questo semestre la Ue ha cambiato testa" e la Commissione ha stabilito "un triangolo tra consolidamento dei conti, riforme e investimenti, quindi vedo con piacere l'azione del governo Renzi che ha cambiato le cose in Italia e contribuito a cambiarle in Ue, ma non si può cambiare tutto in soli sei mesi".

DRAGHI: "PIANO PUO' AIUTARE LA FIDUCIA" -  "La Bce accoglie con favore il piano Juncker - ha commentato il presidente Mario Draghi a margine del vertice - che può contribuire ad aumentare la fiducia nella zona euro" e può essere "molto efficace" a tre condizioni: attuazione rapida, investimenti con elevato ritorno e opportunità per spingere le riforme strutturali. 

MERKEL - Dura la cancelliera tedesca Angela Merkel che, ricordando nel pre-vertice che "la disoccupazione in Europa è ancora troppo alta", ha sottolineato che "Ognuno deve fare ciò che sa fare meglio, la Ue non deve fare tutto" e che "il patto di stabilità va rispettato". A conclusione del Consiglio ha poi ribadito: "I contributi nazionali al fondo previsto dal piano Juncker di investimenti devono avvenire nell'ambito delle regole del Patto di stabilità, con la flessibilità prevista".