CARO DIRETTORE, sono un po’ in apprensione per il viaggio della Concordia, visto che anche i francesi scorteranno la nostra nave preoccupati dell’andamento dell’operazione. Forse non si fidano troppo e comunque il nostro governo doveva avvertire che la rotta avrebbe toccato le acque territoriali francesi. La solita disattenzione in politca estera o che altro?
Sergio, via mail da Pisa
TRA I FRANCESI che si incazzano — per Bartali, per il Mondiale perso, per il vino, per il formaggio e ancora per Nibali che sta dominando il Tour — ci sono anche gli ecologisti chic guidati dalla chicchissima Ségoléne Royal. La Corsica, regalata dai genovesi e dimenticata per secoli, torna ad essere al centro dell’attenzione dei transalpini solo quando è «minacciata» dagli italiani. Peccato che l’irredentismo sia finito da un pezzo e che la Concordia passi solo in acque italiane o internazionali. Si passa dal silenzio assordante su molti temi comuni, dall’agricoltura all’emergenza immigrati, ad una improbabile cabina di regìa a Capo Corso (pardon Cape Corse) che vede schierato anche un mezzo della Marina militare francese. L’inossidabile ministra socialista salirà a bordo per vedere da vicino cosa stiamo combinando. Tranquilli cari cugini, le navi le facciamo affondare ma le sappiamo anche rialzare. L’ambiente è salvo, l’invidia invece non muore mai.