Giovedì 18 Aprile 2024

Napolitano al Csm: "Stop al reciproco sospetto tra politica e giustizia"

Lo ha detto il presidente della Repubblica in occasione dell'assemblea plenaria del Consiglio superiore della magistratura

Giorgio Napolitano (Imagoeconomica)

Giorgio Napolitano (Imagoeconomica)

Roma, 22 dicembre 2014 - Tra politica e giustizia è indispensabile il "reciproco rispetto delle funzioni di ciascuno". Lo ha ribadito il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione dell'assemblea plenaria del Csm. "Politica e giustizia non possono e non debbono percepirsi come mondi ostili guidati da reciproco sospetto". 

Il capo dello Stato ha ricordato le "contrapposizioni polemiche che per anni hanno caratterizzato i rapporti tra politica e magistratura determinando un paralizzante conflitto tra maggioranza e opposizione in Parlamento sui temi della giustizia e sulla sua riforma", tensioni che "non hanno giovato né alla qualità della politica né all'immagine della magistratura".  

Per il presidente della Repubblica vale ancora il ripetuto richiamo a far "prevalere il senso della misura e della comune responsabilità istituzionale perché la credibilità delle istituzioni si fonda sulla divisione dei poteri e sul pieno e reciproco rispetto".

"In ambito penale colpisce l'intensità del diffondersi della corruzione e della criminalità organizzata emerse anche in questi giorni. E' fondamentale l'azione repressiva affidata ai pubblici ministeri e alle forze di polizia".

NO AI PROTAGONISMI - Giorgio Napolitano non manca di sottolineare come vada "segnalata" la questione di "comportamenti impropriamente protagonistici e iniziative di dubbia sostenibilità assunte nel corso degli anni da alcuni magistrati della pubblica accusa". 

DURATA PROCESSO - La situazione della durata del processo "continua ad essere insoddisfacente specie nella giustizia civile".  Il capo dello Stato ha ricordato che già in occasione del primo incontro con il Consiglio nel giugno 2006 sottolineava il grave problema della "durata del processo". Oggi, rileva Napolitano, "purtroppo la situazione continua ad essere insoddisfacente specie nella giustizia civile, ma vedo aprirsi la possibilità che il problema venga avviato a soluzione in particolare grazie all'informatizzazione del processo". I valori propri fondanti della giustizia a volte "vengono posti in dubbio in presenza di ingiustificate lungaggini o di casi di scarsa professionalità, sia in campo civile che penale".

RIFORMA GIUSTIZIA - "Non spetta al Capo dello Stato suggerire o valutare disegni di riforma della giustizia, la cui definizione è prerogativa del Parlamento nella dialettica tra maggioranza e opposizione, con l'apporto di qualificati apporti esterni a fini di ampia condivisione". 

CORRENTI NON PER DIFESE CORPORATIVE  - "Le correnti sono state e devono essere ambiente qualificato di crescita, formazione e dibattito in direzione di un miglioramento complessivo della funzione giudiziaria, non nel senso della mera difesa di istanze corporative". Il presidente della Repubblica ha ricordato che dal giorno della sua prima elezione ha presieduto ben quattro Consigli considerando questo ruolo "una delle incombenze più impegnative e delicate del capo dello Stato", già nel 2006 Napolitano sottolineava che il Csm non avrebbe dovuto "farsi condizionare nelle sue scelte da logiche di appartenenza correntizia".