GENTILE DIRETTORE, ho letto che l’altro giorno è stato organizzato un buffet per tecnici e magistrati a bordo del relitto della Concordia in occasione del sopralluogo. E’ vero che ogni giorno a bordo vi pranzano gli operai impegnati nel loro duro lavoro, ma quella è un’altra cosa. Credo che per magistrati e periti si sarebbe potuto evitare il ’pranzo’ sulla nave: lo trovo una mancanza di rispetto verso le vittime. Nulla di che, per carità, ma cosa sarebbe costato farli mangiare sulla terraferma?
Giorgio Del Corona, Avenza

CARO GIORGIO, lei mi segnala un particolare che mi era sfuggito leggendo la cronaca del sopralluogo. E Le dirò che questo «picnic» non mi scandalizza eccessivamente. Di «magna magna» ne vediamo ogni giorno ben di peggio del buffet organizzato sulla Concordia. Che, certo, poteva e probabilmente doveva essere evitato rinviando il pasto al ritorno a terra. Magari sullo scoglio dove la notte del naufragio ha trovato rifugio Schettino, bagnato e tremante, e senza neppure un panino da sgranocchiare mentre la sua nave colava a picco e qualche migliaio di persone rischiava la vita. A terra, insomma, il catering sarebbe stato più opportuno. Ma quando si muovono questi «circhi» probabilmente più mediatici che di sostanza tecnica e giudiziaria, ci sta anche che il tutto sia accompagnato da qualche stuzzichino per riempire lo stomaco. Magari, a fine pasto, avrebbero potuto aiutare la digestione, e il buongusto, con un minuto di raccoglimento per la vittima di cui non è ancora stato ritrovato il corpo. Ma questo lo faranno forse al prossimo sopralluogo. Con buffet.