Muore a 37 anni al pronto soccorso, è giallo

Denuncia della famiglia: "Gli hanno dato un sedativo troppo forte". Inchiesta per omicidio colposo

Michele Mignano, 37 anni, morto al pronto soccorso del Sant'Orsola

Michele Mignano, 37 anni, morto al pronto soccorso del Sant'Orsola

Bologna, 30 Gennaio 2016 - E’ un autentico mistero la morte di un uomo di 37 anni, Michele Mignano, entrato al pronto soccorso del Sant’Orsola alle tre del pomeriggio e stroncato da un arresto cardiaco tre ore dopo.

Il decesso risale al 20 dicembre e la famiglia ha presentato denuncia il giorno seguente, facendo scattare l’inchiesta della Procura, ma a tutt’oggi non si sa ancora perché il giovane, che lascia una compagna e due figli, una bambina di 10 anni e un maschio di 14, è morto. L’inchiesta per omicidio colposo del pm Rossella Poggioli, aperta come atto dovuto, al momento è contro ignoti e il medico legale Matteo Tudini, incaricato dell’autopsia, sta eseguendo l’analisi dei tessuti per cercare di far luce sulle cause del decesso.

Sono stati i fratelli di Mignano, assistiti dallo studio Bononia, a sporgere denuncia chiedendo di capire se qualcuno abbia sbagliato nel curare il loro parente. Nella querela si punta il dito contro un sedativo somministrato dai medici al 37enne, il Midazolam. Per la famiglia quel farmaco potrebbe aver avuto un ruolo nel successivo decesso, ma ovviamente sarà l’inchiesta a stabilire eventuali correlazioni.

Ma come e perché arriva al pronto soccorso Michele Mignano? E’ il pomeriggio del 20 dicembre e l’uomo va in un bar di via Lazio, zona Savena, per bere qualcosa con due amici. Prende un amaro, ma non lo finisce nemmeno perché esce e dà in escandescenza.

Stando a quel che dirà lui stesso in seguito ai medici, prima dell’alcol ha assunto cocaina. Vedendolo agitato in strada, qualcuno chiama i soccorsi e arrivano ambulanza e carabinieri. Secondo alcuni testimoni, Mignano vuole andare a casa, ma i sanitari e i militari, visto il suo stato, vogliono portarlo all’ospedale. Alla famiglia i testimoni dicono che l’uomo viene ammanettato e fatto salite in ambulanza.

Al Sant’Orsola arriva alle 15,15 con un codice giallo, cioè di media gravità, che però si trasforma poco dopo in rosso. Secondo i referti Mignano, che è cosciente tanto che chiede e ottiene un caffè, è aggressivo.

Per i denunciati, il 37enne viene lasciato dai medici su una barella in osservazione, mentre i carabinieri se ne vanno. Sui referti si dice che viene «controllato a vista», ma la famiglia ha molti dubbi. Viene chiamato uno psichiatra e si tenta di dargli una terapia per via orale, ma lui rifiuta. Allora, alle 16,01, viene iniettato il sedativo Midazolam. Alle 17 il paziente va in arresto cardiorespiratorio e i medici tentano di rianimarlo per quasi un’ora. Alle 17,53 viene constatata la morte.

«Il decesso è un evento imponderabile e drammatico – spiega la direzione generale del Sant’Orsola –, ancor più per la giovane età della vittima, per il quale esprimiamo le nostre condoglianze e la nostra vicinanza ai famigliari. Nella consapevolezza che tutto ciò che si poteva fare è stato tempestivamente fatto, il Policlinico ha assicurato fin da subito totale disponibilità all’autorità giudiziaria».

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