Tentò di uccidere il marito, condannata a 5 anni

Ma lui la difende: "Non voleva farmi male"

La donna è stata condanna a 5 anni di carcere

La donna è stata condanna a 5 anni di carcere

Montecatini 26 giugno 2015 -  E’ stata condannata a cinque anni di reclusione per aver tentato di uccidere il suo compagno, sferrandogli una coltellata, al culmine di una lite, sembra, scatenata dalla gelosia. La sentenza è stata letta ieri dal giudice per le udienze preliminari Alessandro Buzzegoli, nell’aula gup del Tribunale di Pistoia. Il pubblico ministero che aveva diretto le indagini, Luciano Padula, aveva chiesto per Sefika Mesic, 70 anni, originaria dell’ex Jugoslavia, sei anni di reclusione.

 

Presente in aula anche il suo compagno Mario Agnello, 76 anni, che ha così commentato la sentenza: «Vorrei riavere mia moglie a casa. Abbiamo passato 48 anni insieme, non si può vivere lontani. Mia moglie non voleva farmi male, non si è resa conto di quello che ha fatto quella sera. Stavamo discutendo sì, ma lei aveva in mano quel coltellino da cucina di ceramica, di quelli cinesi.

 

Lo stava usando per tagliare un panino e io le ero accanto. Non voleva uccidermi». Il fatto, lo ricordiamo, risale allo scorso 4 marzo. La lite tra i due era scoppiata nell’appartamento di via Sismondi, nella zona di Valchiusa, a Pescia, dove la coppia vive da tempo. L’uomo, dopo aver perso molto sangue, era riuscito a chiedere aiuto ed era stato subito soccorso dai volontari della Pubblica assistenza di Pescia e dal medico del 118. Trasportato in ospedale, era stato sottoposto ad una operazione, e se l’era cavata perché la lama di venti centimetri del coltello non aveva toccato nessun organo vitale.

 

La donna in questi mesi è rimasta nella casa circondariale «Don Bosco» di Pisa. Agli agenti del commissariato di Pescia che intervennero, la donna spiegò che aveva colpito il marito in un momento di rabbia: i due stavano litigando perché lei lo voleva lasciare. «Stavamo litigando per una vecchia storia – ha raccontato sconfortato l’uomo – lei è un po’ gelosa, ma io non potrei mai tradirla. Sono innamorato di lei come il primo giorno che l’ho incontrata a Montecatini, nel 1969. Abbiamo una figlia splendida. Senza di lei non saperi cosa fare». «Attendiamo di leggere le motivazioni del giudice – ha spiegato l’avvocato di Sefika Mesic, Luciano Picchi del foto di Livorno – Noi avevamo chiesto di riqualificare il reato in eccesso di legittima difesa. In ogni caso ci sono state riconosciute le attenuanti generiche».