"Terme, la Regione è sempre stata a conoscenza delle scelte della società, mentre l'accordo con le banche è migliorativo rispetto al passato"

L'amministratore unico Fabrizio Raffaelli risponde all'assessore Sara Nocentini: "a maggio lascerò la guida dell'azienda" LE FOTO E LA VICENDA

Fabrizio Raffaelli, amministratore unico delle Terme

Fabrizio Raffaelli, amministratore unico delle Terme

Montecatini 1 febbraio 2015 - "La Regione è sempre stata informata delle vicende legate alle Terme di Montecatini, anche prima della mia nomina come amministratore unico dell'azienda, visto che i suoi funzionari erano in contatto costante con la società e ne seguivano ogni passo. La clausola di revisione del mutuo, inoltre, è migliorativa rispetto alla situazione precedente che aveva portato la società a non avere più credibilità con le banche”.

Fabrizio Raffaelli, amministratore unico delle Terme, risponde così alle osservazioni sollevate la scorsa settimana dall'assessore regionale Sara Nocentini. E da lui arriva la conferma che non intende essere confermato alla guida della società dopo la scadenza del suo mandato previsto a maggio, anche se, per senso di responsabilità, resterà al suo posto fino in fondo. “Non ci sono le condizioni per continuare ancora oltre i termini”, spiega. “Sarei felice se arrivasse un nuovo amministratore unico con maggiori competenze delle mie – prosegue – ma la nomina spetta al presidente della Regione che deve proporre il nominativo al sindaco. In ogni caso, il vero problema delle Terme è la gestione ordinaria, non dimentichiamolo”.

E' una risposta dettagliata quella di Raffaelli, che cita punti precisi dell'intervento fatto da Nocentini. “A partire dallo scorso autunno – ha detto Nocentini – ho chiesto ripetuti approfondimenti conoscitivi all'amministratore unico per avere un quadro completo dello stato in cui si trova la società”. Raffaelli replica che “è sempre stata fornita qualsiasi informazione ai soci sull'azienda. Nocentini, insediata da poco nella giunta regionale, aveva necessità di conoscere la situazione, ma ci sono funzionari regionali che già da anni seguono la nostra società e sono piuttosto informati sullo stato delle cose”. L'assessore regionale ha dichiarato anche che “la proposta di revisione del contratto di mutuo appare a oggi decisamente insostenibile e, in parte, peggiorativa rispetto alle precedenti condizioni”. L'amministratore unico precisa che “il mutuo, uno solo, è stato contratto nel 2008. Ho sempre definito pesantissime le condizioni con cui era stato sottoscritto.

Ricordo che, all'inizio, il mutuo prevedeva, l'erogazione di 33 milioni e 800mila euro di cui 20 milioni di mutuo fondiario, 8 milioni di finanziamento rotativo e 5 milioni e mezzo per la linea Iva. Nel marzo del 2013, quest'ultima voce è stata convertita in un indebitamento a breve con le banche. In totale sono già stati erogati 20 milioni”. Raffaelli ricorda che “nel marzo 2011 il mutuo era morto e sepolto e le Terme non avevano più alcuna credibilità con le banche. Ho cercato di riprendere il morto per i capelli, riportandolo in cita. Attenendomi strettamente alle indicazioni ricevute dai soci, Comune e Regione, nell'assemblea del 19 dicembre 2013, dove si prevede di sottoscrivere la nuova clausola del mutuo, ho iniziato una trattativa lunga e faticosa, durata 16 mesi. Abbiamo ottenuto diversi miglioramenti, anche se la durata iniziale, prevista inizialmente a 15 anni dovrebbe slittare, perché se no resterebbero solo 7 anni per rientrare totalmente”. Ma firmare l'accordo con il pool di banche guidato da Bnl, indipendentemente dalle intenzioni della Regione di acquistare la proprietà dei beni, consentirebbe o no di completare i lavori alle Leopoldine? L'assessore Nocentini dice che “non c'è certezza sulla ripresa del cantiere”.

“La parte delle Leopoldine che comprende piscina e spogliatoi – spiega Raffaelli – costerà 18 milioni e 600mila euro, secondo la stima della direzione dei lavori. Dieci milioni arriverebbero dalla società, cinque dal finanziamento del Comitato interministeriale per l'economia, 2 dalla ditta che cura l'impiantistica e altri da possibili riduzioni sui costi. Ma se continuiamo a rimandare la firma della nuova clausola del mutuo con il pool di banche certe questioni, come l'accordo con Cmsa sul fermo cantiere, anche se la dichiarazione sulla richiesta di 9900 euro al giorno di fermo cantiere è stata fatta da un dipendente e non dal presidente, saranno più difficili da risolvere”.