Mercoledì 24 Aprile 2024

Acqua putrida, rovi e statue distrutte. Sfascio alle terme di Verdi e Puccini

Montecatini, la fine del prestigioso complesso frequentato dai musicisti di Marco A. Innocenti Invia le tue segnalazioni a [email protected]

Sottoinchiesta

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MONTECATINI TERME (Pistoia), 19 OTTOBRE 2014 - «LA TORRETTA non è più stabilimento di interesse dell’azienda». Gino Lenzi, ingegnere di Terme di Montecatini Spa, pronunciò questa frase — che ha il pregio di una triste sincerità — quasi dodici mesi fa nell’aprire i cancelli del parco abbandonato da otto anni per mostrare lo «scempio» ai consiglieri della commissione comunale di controllo sulle società partecipate. Le Terme sono infatti di proprietà di Regione e Comune, che negli ultimi anni hanno pompato decine di milioni di euro in un’azienda in perenne crisi. «Se alla Torretta si volesse ridare un uso termale — aggiunse Lenzi — servirebbero fondi oggi non disponibili. A cominciare dai tetti, tutti da rifare». Il valore del complesso Torretta, vincolato dalla Soprintendenza, nel 2008 è stato stimato in circa 10 milioni di euro.

UN CEDIMENTO della copertura vicino all’ingresso era stato riparato di recente, ma una nuova voragine si è poi aperta sul tetto del Loggiato Verdi. Un nome non casuale: proprio Giuseppe Verdi era solito passeggiare in quei luoghi, con il bicchiere d’acqua termale in mano, nelle tante estati trascorse in questa ville d’eaux. E come lui Puccini, Leoncavallo, Mascagni, Giordano, Toscanini, Tamagno e altre celebrità della lirica e della musica.

Ma non è l’emergenza-tetti, per quanto reale, a impressionare chi varca il cancello della Torretta. Un senso di sconforto non può che assalire quanti hanno a cuore le sorti non solo di Montecatini, ma delle belle architetture, dell’arte, degli ambienti che trasudano storia. Acqua piovana putrida ristagna nella fonte da cui un tempo si attingeva coi bicchieri l’acqua curativa. Statue distrutte da vandali. Scritte deliranti e svastiche imbrattano i muri. Quello messo peggio è il Tempio del Rinfresco, puntellato e con il tetto da riparare. «Il progetto — spiegano — prevede una spesa di 30 mila euro. Per un restauro completo del Rinfresco invece servono molti più soldi». All’interno almeno uno dei dipinti murali è distrutto: l’acqua piovana se l’è mangiato. Il vasto parco è irriconoscibile. I vialetti non si distinguono più in una sorta di foresta tornata allo stato primordiale. Rare palme e altre essenze convivono con edere e infestanti. Il patrimonio di piante sopravvive, finché potrà. «Ai vivaisti di Pistoia — disse il sindaco Giuseppe Bellandi durante quel sopralluogo — avevo proposto di prendere in gestione almeno il parco per valorizzarlo. Mi hanno risposto che hanno già i loro show garden nella piana pistoiese...». Torretta snobbata.

D’ALTRA PARTE se non interessa ai montecatinesi, perché dovrebbero salvarla gli altri? Il romantico laghetto, dove c’erano bianchi cigni, non esiste più: si è insabbiato. Il colpo finale arriva dalle ex-serre, annientate dall’incuria. Vetri colorati di pregio restano attaccati per miracolo. Bei manufatti in ghisa sono incrostati di ruggine e sporco. Porte e finestre sono murate: vi si rifugiavano barboni e sbandati.

di Marco A. Innocenti