La Regione chiede un nuovo piano industriale alle Terme entro il 30 giugno

Scadenza precisa nella delibera approvata a Firenze il 10 maggio scorso

Carlo Brogioni e Arabella Ventura

Carlo Brogioni e Arabella Ventura

Montecatini 18 maggio 2016 - Le Terme devono produrre un nuovo piano industriale entro il 30 giugno, per dimostrare di poter mettere in ordine la propria situazione finanziaria. Così ha stabilito la Regione nella delibera approvata il 10 maggio scorso, dove pone il termine per raggiungere questo obiettivo a Montecatini, Casciana e Chianciano. Il piano industriale dovrà essere prodotto anche da altre aziende partecipate come Firenze Fiera, Interporto della Toscana Centrale, Interporto toscano Vespucci e Fidi Toscana, oltre che da Arezzo Fiere. Come mai è stata presa una decisione del genere?

La Regione, nella delibera, sottolinea di aver notato “una sostanziale difficoltà a raggiungere gli obiettivi economici individuati nei piani” e, in qualche caso, è stato messo in luce “il peggioramento della situazione finanziaria”. Così, alle società interessate è stato imposto di adottare un nuovo piano industriale entro il 30 giugno. Il documento dovrà essere presentato in caso di un aumento del capitale sociale per realizzare investimenti, produrre modifiche significative del progetto strategico o l'assunzione di un finanziamento”.

Il testo di programmazione economica dovrà essere prodotto anche in caso di approvazione di un bilancio con “un risultato economico negativo e significativamente diverso da quello del piano. Ogni sei mesi sarà trasmessa una relazione che illustri la situazione economico-finanziaria e patrimoniale della società e l'evoluzione degli obiettivi operativi individuati nel piano industriale”. La relazione richiesta dalla Regione “rispetterà la regola generale di rappresentare con chiarezza e in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale finanziaria e il risultato di esercizio. Anche attraverso un raffronto con i dati dell'analogo periodo dell'esercizio precedente e della sua chiusura”.

La città, ormai, attende un nuovo piano industriale delle Terme dallo scorso novembre, quando sembrava che i nuovi vertici della società avrebbero prodotto il tanto atteso documento. Era il periodo in cui si riteneva ancora possibile raggiungere un accordo con il pool di banche guidato da Bnl per la firma della nuova clausola del mutuo che avrebbe portato all'erogazione di altri 8 milioni per la ripresa dei lavori al cantiere Leopoldine, fermo da oltre 5 anni. Adesso, spunta un termine preciso per la presentazione del nuovo piano industriale dell'azienda, nel quale l'amministratore unico Carlo Brogioni e la consulente Arabella Ventura, oltre ai tagli annunciati ai sindacati, andranno a presentare anche qualche idea per lo sviluppo della principale azienda della città.

Venerdì mattina, intanto, i rappresentanti dei lavoratori delle Terme vedranno, nell'ordine, la proprietà dell'azienda, Comune e Regione, e i vertici della società. Al centro del confronto ci sarà l'avvio della procedura di mobilità per 13 dipendenti di fascia alta e l'ipotesi di revisione del contratto integrativo di tutto il personale. Una decisione che, se non sarà accompagnata da scelte concrete di sviluppo, potrebbe incidere in modo davvero relativo sul futuro delle Terme.