Terme, il nodo del tavolo tecnico per il finanziamento straordinario

Il gruppo di Fratelli d'Italia in Regione attacca Bellandi: "Il protocollo è solo un accordo di facciata" COMUNE E REGIONE APPROVANO IL PROTOCOLLO IL CONTENUTO DEL DOCUMENTO DI INTENTI RAFFAELLI E VENTURA INIZIANO A COLLABORARE

Il cantiere delle Leopoldine è fermo ormai da quattro anni

Il cantiere delle Leopoldine è fermo ormai da quattro anni

Montecatini 25 febbraio 2015 - Come sarà organizzato il tavolo tecnico che dovrà organizzare l'uscita della Regione dalla gestione delle Terme e il passaggio della proprietà a Firenze per garantire il completamento dei lavori alle Leopoldine e la ristrutturazione del rimanente patrimonio immobiliare dell'azienda di viale Verdi? Il giorno dopo la firma del protocollo è questa la domanda a cui devono rispondere il Comune e la giunta di Enrico Rossi. Nei giorni scorsi, era emersa l'ipotesi che l'amministrazione di Montecatini sarebbe stata rappresentata dall'avvocato Franco Arizzi e dai commercialisti Michele Pellegrini e Franco Pacini.

 

Ma, nelle ultime ore, starebbe emergendo anche l'ipotesi di ricorrere a professionisti che non si siano mai occupati della questione Terme, magari non residenti in città. Intanto, sulle modalità differenti con cui si sono espressi i gruppi di minoranza in consiglio comunale in merito al protocollo sulle Terme, interviene Silvia Motroni, consigliere delle liste Ora e Udc-Rinnovamento per Montecatini e presidente della commissione per il controllo delle società partecipate. “Apparentemente - afferma - sembra un voto variegato: si va da Forza Italia che approva e mette al tavolo tecnico un proprio uomo, a quello di Ora-Udc che approva con riserva di mettere un tecnico, a Mi piace Montecatini che vota contrario ma pretende un tecnico al tavolo, al Movimento Cinque Stelle che non approva e non mette tecnici".

 

"Tutte le possibili varianti  - sottolinea - sono state espresse da un unico banco. Eppure, se riflettiamo bene queste espressioni hanno tutte un filo conduttore e un unico intendimento, e cioè quello di pretendere la novità nel modo di operare , novità nei volti che dovranno decidere le sorti delle terme, innovazione e cambio di marcia vero e non solo annunciato.” Sull'argomento Terme interviene anche il gruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale.

 

"Il protocollo d'intesa sulle terme Leopoldine fra Regione e Comune è solo un accordo di facciata, un contentino al sindaco Beppe Bellandi che aveva chiesto un gesto dopo essere stato completamente sconfessato. Invece - dicono il capogruppo Giovanni Donzelli, candidato alla presidenza della Regione e i consiglieri Paolo Marcheschi e Marina Staccioli - ha ottenuto solo un fogliettino con il quale sperano di salvare la faccia ma certamente non salvano le Terme. Ancora fra le assenze ce n'è una pesante, quella di un vero piano aziendale che manca completamente. Nessuno sa, semmai e quando le nuove Terme saranno inaugurate, se le Leopoldine saranno in grado di stare in piedi da sole e ripagare i mutui: sarebbe come se qualcuno decidesse di comprare una Ferrari senza sapere se ha i soldi per la benzina”. Intanto, Massimiliano Ciervo, responsabile di Alternativa Libera a Montecatini, ha depositato un esposto alla Guardia di finanza con i documenti di Comune e Regione sulle Terme già inviati alla Procura di Pistoia.