Morì dopo caduta, Soccorso pubblico assolto

I familiari avevano portato in Tribunale l'associazione e l'Asl

Alla fine del processo il Soccorso pubblico non è stato ritenuto responsabile della morte

Alla fine del processo il Soccorso pubblico non è stato ritenuto responsabile della morte

Montecatini Terme, 7 febbraio 2015 - Era morto in seguito alla caduta sulle scale dopo il ritorno da una dialisi. Per quell’episodio i familiari dell’anziano avevano citato in giudizio la società di Soccorso Pubblico di Montecatini e l’Asl. Ora a distanza di dieci anni dal fatto è arrivato la prima sentenza. Il giudice ha rigettato la domanda di risarcimento. Ma si tratta solo della conclusione del primo capitolo. Il legale della famiglia ha presentato appello. 

Come si diceva l’episodio risale al 2005. Un equipaggio del Soccorso Pubblico di Montecatini si era occupato di trasportare un anziano dializzato da casa sua, nella città termale, all’ospedale di Pescia e ritorno. Terminato il viaggio di ritorno, l’anziano, nel salire le scale del proprio palazzo cadde, e successivamente venne trasportato all’ospedale di Pistoia, sempre da un equipaggio dell’associazione, questa volta di emergenza, morì alcune ore a causa di una emorragia cerebrale. La famiglia aveva citato in giudizio sia il Soccorso pubblico sia l’Asl 3. La richiesta di risarcimento era stata quantificata in giudizio dei familiari del defunto in oltre 320mila euro.
 
Al termine di una causa durata quasi sette anni, nella quale l’associazione di Soccorso pubblico è stata assistita dall’avvocato Luca Alberto Arinci del foro di Firenze, il Tribunale di Pistoia, ha accolto integralmente le difese dell’associazione di volontariato, ha emesso una sentenza con la quale ha rigettato la domanda di risarcimento avanzata dai figli, escludendo ogni responsabilità sia dell’Asl sia dell’associazione di Soccorso pubblico e che i volontari avevano agito correttamente. «Il perito del Tribunale - spiega l’avvocato Arinci - ha anche ipotizzato che l’uomo sia caduto per un malore. I volontari avevano lasciato l’anziano nell’androne del palazzo, come facevano sempre. Dalle testimonianze è emerso che l’uomo era autonomo e indipendente».La vicenda però non è ancora definitivamente conclusa. Intanto ci sarà il processo di seconda grado.