Scatti col cellulare in classe, studenti sospesi, "E'proibito fare foto in aula e metterle in rete"

La dirigente dell'istituto Galilei di Pieve a Nievole: "Regole chiare"

La dirigente scolastica ha sospeso i ragazzi

La dirigente scolastica ha sospeso i ragazzi

Montecatini 15 febbraio 2015 -«Sorridi, sei su candid camera».Invece no, perché quel sorriso è costato due giorni di sospensione e un bel sette in condotta alle scuole medie dell’istituto comprensivo Galileo Galilei di Pieve a Nievole per dei ragazzi che, in orario scolastico, avevano scattato foto ai compagni con il telefonino, il cui uso in classe è proibito e le avevano postate in tempo reale su internet. Scatta così lo sfogo di un genitore che, secondo quanto raccontato a casa dai ragazzi, sfoga la sua delusione per la punizione inflitta a suo figlio.

«Sono un genitore della classe Terza B delle Galilei – scrive – e racconto quello che è accaduto in questa scuola. Un giorno e per tutta un’ora gli alunni, che è una classe modello anche per il profitto, sono stati lasciati da soli senza sorveglianza. In classe non c’erano docenti nè personale Ata. Questa situazione in passato si era già ripetuta, ma stavolta la preside ha pensato bene di assegnare una punizione esemplare: sospensione per 2 giorni e 7 in condotta perché i ragazzi sono stati sorpresi a scattare delle foto divertenti e del tutto innocenti con i telefonini. Ma questo è successo proprio quando la scuola ha mancato ai suoi doveri sulla sicurezza e disciplina. Si tratta in  fondo di ragazzi di 13 o 14 anni, avvezzi alla tecnologia che già in qualche occasione avevano già avuto questi comportamenti e cioè riprese video e foto in momenti di svago, durante le ore di lezione, ma con un docente presente, che, trasgredendo alle regole scolastiche, ha autorizzato l’uso di questi terminali nelle ore libere. Pur consapevoli dell’errore di gioventù di questi ragazzi e d’accordo con una punizione da assegnare, non posso tollerare che in questa scuola i ragazzi vengano lasciati soli».

La dirigente  scolastica Rosella Barni spiega quanto accaduto e la natura della punizione inflitta ai ragazzi, lasciando tuttavia uno spiraglio per un alleggerimento della pena. «Questi ragazzi – spiega – sono stati trovati a postare su internet delle foto scattate tra loro in classe, quando sapevano bene che non si può fare. Le foto sono innocenti e non vi è alcuna scabrosità,  ma trattandosi di minori non possiamo autorizzare un comportamento tale, senza alcuna tutela dell’immagine dei bambini. Per questo caso abbiamo già fatto due consigli di classe, che si sono espressi sulla sanzione da infliggere. La maggioranza ha deciso per questa punizione, ma si può tentare un alleggerimento della pena rivolgendosi entro quindici  giorni dalla decisione della sanzione, all’organo di garanzia della scuola che ha funzione di mediazione. Mi spiace solo che si arrivi a questi punti con tanto di lettere anonime e acredini che sarebbero risolvibili con il dialogo».