Addio a Vasco Ormeni, «cuore» pievarino

Aprì la storica officina per moto e bici: "Un punto di riferimento"

Vasco Ormeni

Vasco Ormeni

Monsummano, 7 febbraio 2016 - AVEVA TRASFORMATO l’officina in un centro sociale dove chiunque si sentiva a casa. Oggi quello che aveva creato in vita gli viene restituito dall’affetto della folla di persone che hanno riempito la casa per salutarlo un’ultima volta. Pieve a Nievole e Monsummano piangono la scomparsa di Vasco Ormeni, storico meccanico di via Empolese. Se n’è andato a 93 anni. L’ultimo viaggio per lui partirà dalla sua casa, la prima a essere costruita in via Empolese, fino alla chiesa di piazza san Marco in centro a Pieve, dove la salma si troverà alle 10,15 per le esequie.

Ormeni aveva fondato l’officina nel 1938 come meccanico di biciclette: Riparazioni cicli e moto, recitava l’insegna. Suo anche il primo distributore di miscela, che aveva visto lo splendore del boom economico e delle Vespe, diventando punto di riferimento per tutti, i giovani in primo luogo, che dagli anni ’70 portavano i motorini a riparare o a modificare. Lui aveva sempre una parola o un consiglio da dare. «Il lavoro era la sua vita – racconta il nipote Gianluca – chiunque lo cercasse lo trovava sempre con la tuta da lavoro e disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte, a risolvere un problema, a fare una riparazione urgente.

Non erano rare infatti le chiamate della gente, sotto casa anche a mezzanotte, che si erano trovati in panne e avevano bisogno del nonno per far ripartire il motore o che avevano bisogno di una candela o di qualsiasi altra cosa. Lui si alzava dal letto e provvedeva subito. Aveva trasformato l’officina in una specie di bar, di centro sociale dove la gente si ritrovava anche solo per parlare. Un punto di riferimento a Pieve a Nievole». Dalla moglie Bruna aveva avuto le due figlie: Tiziana e Laura. Era informato sulle cose del mondo, malgrado il viaggio più lungo lo avesse fatto dal suo paese natale, Larciano. Orgoglioso socio dell’Associazione nazionale Mutilati e Invalidi di guerra, era stato anche un valoroso cittadino. «Con il fratello Fosco – lo ricorda Marco Bartolomei – aveva tentato di salvare una donna scampata dall’eccidio del Padule che trovarono ferita per strada a Castelmartini. La portarono col carretto fino a villa Poggi Banchieri».