Risparmiatori in piazza contro il "salva banche"

Alla manifestazione anche il presidente del Pd di Mastromarco

Angiolino Campigli

Angiolino Campigli

Empoli, 6 febbraio 2016 - Due ore scandite da slogan e cori. C’erano tanti venuti anche della Valdinievole davanti alla sede del Partito democratico di Empoli, poi davanti al Municipio, per protestare per la vicenda delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria. Tanti gli slogan dei manifestanti, da «Vergogna», ad altri ben più pesanti. Erano una quarantina, pensionati e lavoratori. Tra loro anche Angiolino Campigli, presidente del circolo Pd di Mastromarco, frazione di Lamporecchio. Uomini e donne, tutti accomunati dall’esser stati travolti in pieno dal caos decreto Salva-Banche. Fino a metà novembre titolari di obbligazioni subordinate di Banca Etruria, poi all’improvviso senza più un risparmio da parte. 

«Siamo venuti qui nella speranza di poter parlare con qualche esponente del partito. Magari l’onorevole Parrini», tuonano i manifestanti. E proprio all’onorevole Pd, impegnato fuori Empoli come il consigliere regionale Enrico Sostegni a quanto si apprende, era rivolto uno striscione steso ben in vista lungo la siepe della sede dei Democratici di via Fabiani: «Parrini stiamo aspettando la tua telefonata».
 
«E’ così: stiamo ancora aspettando la telefonata che ci aveva promesso nel corso del primo incontro proprio qui in via Fabiani - spiega Roberta Gaini, una delle promotrici del gruppo Risparmiatori uniti - Ci aveva assicurato che, nel caso il decreto avesse avuto un percorso diverso dal classico 90 giorni prima dell’approvazione, ci avrebbe avvertiti. Noi non lo abbiamo più sentito». Il malumore è forte, è rabbia: ce n’è anche per il premier Renzi e il suo governo a cui «non faremo amministrare neanche un condominio». «Abbiamo anche scritto una lettera aperta ai nostri politici locali, voleva essere una provocazione. Ma è caduta nel vuoto - spiega Maria Grazia Pozzolini - E’ una vergogna. Poi si chiedono perchè la gente non va più a votare».
 
Poi un appello ai cittadini: «Dobbiamo riappropriarci del nostro diritto di far sentire la nostra voce». Il corteo si è poi mosso verso il municipio. La voglia di incontrare il sindaco Barnini, fuori sede per impegni istituzionali, come pure il suo vice Mori. «Non volevamo risolvessero i nostri guai ma semplicemnte un gesto di solidarietà che non c’è stato - continua Gaini- Siamo manifestanti civili, non abbiamo mai aggredito nessuno».