"Voglio uccidermi davanti a te", le ultime parole prima dell'aggressione

Oggi in carcere a Prato l'interrogatorio di Emanuele Nelli davanti al gip

Un momento dell'arresto di Emanuele Nelli

Un momento dell'arresto di Emanuele Nelli

Montecatini 13 ottobre 2015 - «Apri, mi voglio uccidere davanti a te!». Lei è dentro la sua auto, lui è fuori, con un coltello da cucina in mano. Lei ha il tempo di telefonare a sua madre. Sono gli ultimi gesti che ricorda Emanuele Nelli, l’uomo di 34 anni, di Lamporecchio, in carcere per aver cercato di uccidere la sua ex, Kelly B., 25 anni, madre del loro bimbo in tenerissima età. Sono le uniche cose che l’aggressore ricorda della spaventosa nottata fra venerdì e sabato, nei boschi del Marlianese dove ha teso l’agguato alla giovane, l’ha speronata con la sua vettura, l’ha tirata fuori dalla sua auto per poi trascinarla nella boscaglia dove le ha sferrato numerose coltellate alcune delle quali in parti vitali.  

Soltanto il provvidenziale intervento di un adolescente, che ha letteralmente strappato Nelli da dosso alla giovane, seguito dall’arrivo della madre di lei, ha impedito il peggio. Poi Nelli ha trascorso la notte vagando nei boschi, ricercato senza sosta dai carabinieri a cui si è consegnato la mattina dopo, accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Fausto Malucchi ed Elena Baldi del foro di Pistoia, mentre i suoi genitori sono stati un valido sostegno degli inquirenti in questa fase decisiva, che pone ora il giovane davanti alla responsabilità del gravissimo gesto. Il pubblico ministero Claudio Curreli, ha chiesto la convalida dell’arresto di Nelli e la misura cautelare in carcere. 

L’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Alessandro Buzzegoli è previsto nella mattinata, nel carcere di Prato, dove il giovane si trova da sabato. Non è possibile stabilire, al momento se Emanuele Nelli risponderà alle domande del giudice. Ieri pomeriggio l’avvocato Fausto Malucchi si è recato da lui, per un colloquio. «E’ ancora più confuso – ci ha detto ieri pomeriggio il legale – come un animale impaurito. Sostiene addirittura di essere stato minacciato in carcere, ma non sappiamo di cosa siano frutto queste affermazioni. Poco prima del dramma si venerdì notte era stato ricoverato un psichiatria, ma io questa circostanza l’ho appresa soltano dopo. Con Emanuele ci eravamo sentiti mercoledì scorso e mi aveva detto che non ce la faceva.

Era in cura da una psichiatra, ma da qualche giorno non assumeva i farmaci che gli erano stati prescritti. I suoi genitori hanno trovato le confezioni intere. Deve essere seguito. Ci sono contatti in corso ma non abbiamo preso ancora nessuna decisione per il momento. Intanto, in carcere, è stato visitato dallo psichiatra. «Capire quello che gli è accaduto è un terno al lotto. Non cerchiamo facili soluzioni, non possiamo capire, ci sono tanti potenziali omicidi disseminati ovunque».  Il conflitto, sarebbe nato da un fatto non grave secondo l’avvocato Malucchi: «Emanuele avrebbe riportato il bimbo oltre l’orario consentito e in assenza, comunque, di un provvedimento del tribunale. L’allontanamento è stata una misura severa, anche se rispettabilissima».