'Doveva morire', torna in libreria il saggio sulla tragedia di Aldo Moro

Gli autori sono il giornalista Provvisionato, grande amico della città, e l'ex giudice Imposimato. L'ex caporedattore del TG5 è stato protagonista in città di numerosi incontri dedicati agli anni di piombo

Sandro Provvisionato

Sandro Provvisionato

Montecatini, 11 luglio 2014 - “L’Italia è un paese senza memoria e verità e io per questo cerco di non dimenticare”. Il giornalista Sandro Provvisionato, da più di tre anni un caro amico di Montecatini, ripete sempre la frase dello scrittore Leonardo Sciascia durante gli incontri dedicati al giornalismo di inchiesta in città. E lui, alla verità e alla memoria, ha dedicato un'intera carriera professionale, dagli esordi all'agenzia Ansa, passando per il settimanale "L'Europeo" fino ad arrivare al Tg5.

 

Un signore dalle buone maniere e dalla naturale cortesia e dalla grande simpatia, che dietro l'apparenza imponente, i lunghi capelli e la barba, nasconde una disponibilità immensa a spiegare agli altri, in modo semplice e divulgativo, i periodi più oscuri della nostra storia. Oggi, in libreria, torna la ristampa di "Doveva Morire" (Chiarelettere), il saggio dedicato alla terribile vicenda di Aldo Moro, scritto insieme all'ex magistrato Ferdinando Imposimato. Sono passati oltre trentasei anni da una delle più intricate vicende della storia repubblicana e, oggi, il nostro Paese è ancora a discutere su cosa sia successo veramente in quei giorni che portarono alla morte dello statista democristiano, dividendosi tra avantologi, per cui tutto è chiaro, e dietrologi, dubbiosi su ogni momento di quella vicenda. Le polemiche delle ultime settimane sono state davvero feroci: mentono o dicono la verità gli artificieri che sostengono di aver trovato il cadavere del politico dentro la Renaul 4 rossa molto prima dell'ora ufficiale? Erano uomini dei servizi i due giovani sulla Honda che bloccarono il traffico vicino a via Fani, minacciando i passanti con le armi, durante il rapimento di Moro? Provvisionato e Imposimato riprendono tutti i documenti a disposizione e arrivano a una serie di conclusioni su gran parte delle vicende.

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In sette occasioni Moro poteva essere salvato, ma nelle stanze del potere qualcuno tramò invece perché venisse ucciso. Ordini di cattura bloccati, i collegamenti provati con i terroristi tedeschi della Raf, il ruolo di Francesco Cossiga, i verbali del comitato di crisi nascosti per lungo tempo. Oltre trent'anni dopo, Imposimato, uno dei magistrati più impegnati a dipanare gli infiniti misteri del caso, ripercorre i meandri dell'inchiesta che lui stesso cominciò nove giorni dopo la morte dello statista e, ricollocando la sua esperienza in un contesto più ampio di avvenimenti, offre testimonianze e rivelazioni decisive. Se ad assassinare il presidente furono le Br, i mandanti vanno cercati altrove. Bugie, omissioni, depistaggi, come la scoperta da parte dell'Ucigos della prigione di Moro tenuta nascosta alla magistratura. Imposimato racconta chi c'era, chi sapeva. Ma chi muoveva i fili dei tre comitati di crisi del Viminale, pieni di uomini della P2? "Quella di Aldo Moro - sottolineano i due autori del libro - fu una morte voluta da troppe persone e troppe fazioni, in lotta tra loro".