Usura, due condanne e otto assoluzioni

Il processo è durato sette anni

Il processo si è tenuto al Tribunale di Pistoia

Il processo si è tenuto al Tribunale di Pistoia

Montecatini Terme, 28 ottobre 2016 - Due condanne e otto assoluzioni. Si è concluso così il processo di primo grado per usura scaturito dall’inchiesta «Nodo scorsoio». Un procedimento iniziato nel febbraio del 2009 e concluso dopo ben sette anni con la sentenza pronunciata al Tribunale di Pistoia dal presidente della corte, il giudice Luciano Costantini, che è tornato per l'occasione, visto che nel frattempo si  è  trasferito a Siena. Le condanne hanno riguardato Aniello Perna e Alessandro Santini. Per i due la pena è stata simile, 5 anni e 6 mesi per Perna, 5 e 8 mesi per il secondo. Per entrambi 12mila euro di multa e interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. I due dovranno poi risarcire, per la cifra che stabilità il giudice civile, l’albergatore Francesco Sclafani, che con la sua denuncia aveva dato il via all’inchiesta. Va anche detto che per alcuni capi d’imputazione Perna e Alessandro Santini sono stati assolti.

Otto, come si diceva le assoluzioni. I coniugi Cristiano Santini e Lucia Tagliaferri, entrambi avvocati. Giuseppe Carbone, Angelo Rufino, Renato Sutera, Massimiliano Soldi, Demetrio Caracciolo e Domenico Lentini. Le assoluzioni variano. In alcuni capi d’imputazione è «per non aver commesso il fatto», in altre «perchè il fatto non sussiste». In un caso Cristiano Santini e Lucia Tagliaferri sono assolti "perchè l’azione penale non doveva essere iniziata per mancanza della condizione di procedibilità". I coniugi Tagliaferri e Santini in alcuni capi d’imputazione risultavano anche essi stessi vittime di usura.

L’inchiesta, della Guardia di Finanza, è del maggio 2008, e destò molto scalpore per la presenza appunto della coppia di avvocati Santini e Tagliaferri e di un procuratore legale, Massimiliano Soldi. Tutti e tre finirono arrestati. La coppia di avvocati fra carcere e «domiciliari» restò agli arresti per quasi un anno. Senza contare poi i provvedimenti presi dall’ordine professionale. Il tutto prese il via dalla denuncia di un giovane albergatore Francesco Sclafani che prese in affitto un hotel, ma gli affari non andarono come sperato. Fra l’altro la sua deposizione nel corso del processo è stato parecchio lunga e si è protratta per diverse udienze. Adesso i giudici si sono presi sessanta giorni per depositare le motivazioni della sentenza e in base a queste accusa e avvocati della difesa decideranno se chiedere o meno l’appello.