Truffa alle Poste, sequestrato appartamento

Era intestata ad un'amica dell'impiegato infedele

La vicenda di Nievole ha avuto anche una risonanza nazionale

La vicenda di Nievole ha avuto anche una risonanza nazionale

Montecatini Terme, 13 ottobre 2016 - Si avvia alla conclusione l’inchiesta della Procura della Repubblica di Pistoia, condotta dal sostituto procuratore Linda Gambassi, sulla truffa messa in atto dall’unico dipendente dell’ufficio postale di Nievole, Francesco Polizzi, nei confronti di una cinquantina di famiglie della frazione collinare. Il magistrato avrebbe voluto già presentare la richiesta di rinvio a giudizio al giudice, ma negli ultimi tempi sono arrivate sul suo tavolo altre denunce da parte di alcuni risparmiatori. Nel frattempo è stato posto sotto sequestro un appartamento intestato ad una donna dell’ex Unione Sovietica, amica dell’ex impiegato. Seconda l’accusa i soldi necessari per l’acquisto del bene immobile sarebbero quelli sottratti dal Polizzi agli ignari risparmiatori. Ovviamente una parte. Perchè si parla di una cifra piuttosto consistente. In un’assemblea tenuta a Nievole i truffati avevano stilato un «conto» di almeno tre milioni di euro. Per la difesa dell’impiegato la cifra sarebbe invece tra uno e due milioni di euro. Cifre comunque ingenti. 

Come noto Poste Italiane, che nella vicenda è parte lesa, ha iniziato, come promesso, a rimborsare i cittadini vittime della truffa. Quasi tre quarti dei risparmiatori hanno potuto rivedere i loro soldi. I restanti dovrebbero essere rimborsati entro l’anno. 
Il caso esplose nel marzo scorso, quando qualcuno si accorse che il suo investimento alla Posta era andato in fumo. Da lì fu una catena. Ed uno choc per l’intera comunità. Perchè Francesco Polizzi, ex assessore alla cultura del comune di Monsummano, era per molti un amico, oltre che il dipendente dell’ufficio postale. Di lui tutti si fidavano ciecamente e per questo la truffa aveva fatto ancora più male. Il dipendente infedele, su consiglio del suo avvocato difensore, si dimise dall’incarico e mise il suo passaporto a disposizione dei magistrati che avevano intanto aperto un’inchiesta. Si era poi trasferito a Napoli dalla sorella. Del caso si era interessato anche il sindaco Giuseppe Bellandi che aveva messo a disposizione dei risparmiatori un legale e aveva avviato contatti con la direzione delle Poste per arrivare ad una soluzione rapida e condivisa della dolorosa vicenda.