Sara, la vita ricomincia a Siena

La ragazza lascia la Valdinievole: "Troppa umidità"

Sara Angemi

Sara Angemi

Ponte Buggianese, 18 marzo 2016 - E' tornata dal suo viaggio della speranza piena di fiducia nel futuro, per l’inizio di un nuovo capitolo della sua storia di coraggio e forza a Rosia, in provincia di Siena. Sara Angemi, 23 anni, originaria di Ponte Buggianese, è tornata da pochi giorni in Italia da Madrid, dove ha seguito mesi di terapia in una clinica per curare la malattia di cui soffre: la Mcs, sensibilità chimica multipla, che la rende allergica quasi a tutto, costretta a vivere in ambienti ed a contatto con persone «bonificati», proteggendosi anche dagli odori, non potendo stare al cellulare per l’elettrosensibilità. 

Una malattia poco conosciuta, che condiziona la vita di chi ne soffre, costretto a proteggersi dal mondo esterno e di cui ha parlato recentemente anche la trasmissione televisiva de «Le iene» su Italia 1, intervistando, tra gli altri, anche Sara Angemi. «La Mcs non è riconosciuta in Italia – ha raccontato più volte la giovane – e quindi sono dovuta partire per la clinica di Madrid, affrontando il costo delle cure. Spero che raccontare il mio caso sia stato utile anche per tante altre persone che soffrono di Mcs, una malattia su cui non esiste letteratura scientifica e che qualcuno crede sia psicosomatica: ma noi, purtroppo, non siamo malati immaginari». Solo il volo per la Spagna è costato 17mila euro, perché è stato necessario utilizzare un aereo speciale, «bonificato» anch’esso. «Sono venuta a vivere a Rosia – spiega Sara – perché qui intorno non ci sono campi coltivati. L’appartamento è al primo piano e quindi qui crescono muffe in misura inferiore, è libero su tre lati, molto arioso e proprio attaccato alla riserva naturale dell’Alto Merse, quindi 200 metri di altitudine, al riparo da agenti esterni che possano farmi male. In Valdinievole c’è troppa umidità». Per aiutare Sara e la sua famiglia a pagarsi le cure si è scatenata una vera e propria mobilitazione: sono stati organizzati cene, eventi sportivi, iniziative di tutti i tipi per raccogliere fondi. 
 
Tantissime persone seguono con trepidazione ed affetto Sara sulla sua pagina Facebook: «Sara for life onlus», ansiose di sapere dei suoi miglioramenti, che, anche se lenti, stanno arrivando. Tanti le inviano quotidianamente messaggi di incoraggiamento e saluti affettuosi anche attraverso la mamma Isabella. «Ringrazio ancora tutti – ripete sempre Sara – Grazie alle terapie sono potuta a tornare a mangiare 5 o 6 alimenti biologici. Ogni tre mesi, dovrò tornare per un mese in Spagna per fare il retesting per il vaccino (immunoterapia) e flebo e a casa ho circa 300 euro di spese di terapia di mantenimento al mese. In clinica a Madrid mi hanno detto che ero il caso più grave che avessero mai visto, ma anche che, se il mio corpo continua a progredire verso il miglioramento come ha fatto finora, in due anni, potrò tornare a vivere una vita quasi normale».