Terme, la città dice addio al progetto Fuksas

Dieci anni senza concludere niente, tra aumenti dei costi e problemi di fattibilità

Fuksas, a sinistra, con Baldi

Fuksas, a sinistra, con Baldi

Montecatini 16 febbraio 2017 -  La città dice addio al master plan per la ristrutturazione e il rilancio delle Terme ideato dall’archistar Massimiliano Fuksas, dopo 10 anni di spese aumentate in corso d’opera e roventi polemiche sulla sostenibilità. L’eventuale ripresa dei lavori, fermi dal 2011, alle Leopoldine, in procinto di essere vendute, non seguirà le linee progettuali da lui prospettate, mentre l’intervento ipotizzato alla Salute non è mai partito. Anche altre idee proposte da Fuksas per Montecatini non vedranno mai la luce.

 

Era l’8 marzo del 2007 quando il professionista venne presentato ai montecatinesi durante un incontro pubblico tenuto nel salone storico delle Terme Excelsior. Una folta platea seguì con grande interesse l’incontro con Fuksas, al tavolo con Giulio Baldi, allora presidente della società, Nicola Fortunati, amministratore delegato protagonista in seguito di una causa contro l’azienda, e il sindaco Ettore Severi. La Regione era rappresentata dal vicepresidente Federico Gelli. Fuksas, in procinto di avviare la progettazione, annunciò cosa avrebbe voluto fare alle Leopoldine.

 

“Non isolerò la vasca circolare bellissima – esordì l’architetto – ma finora abbastanza triste. La farò parte di un sistema. L’acqua deborderà in una nuova piscina tutto attorno, all’aperto. Lungo i bordi si potrà prendere il sole, incontrare la gente e servirsi nel bar-serra. Insomma, vivere piacevolmente. Il turismo stagionale non esiste più, ma si fa tutto l’anno. Qui sarà possibile e invitante”.

 

Fuksas sottolineò anche la mancanza di visibilità dell’acqua, elemento fondamentale di Montecatini, nel contesto cittadino. “Proprio non se ne vede la presenza – sottolineò – e invece l’acqua è vita. Manca nella maggior parte del mondo, mentre qui è la storia della città. Dobbiamo allora far convivere acqua, architettura e arte”. Il previsto intervento alla Salute, anche a causa dell’aumento esorbitante dei costi per completare i lavori alle Leopoldine, non è mai stato avviato.

 

“Il complesso di piscine ludico-termali – disse Fuksas riferendosi alla struttura – saranno coperte e scoperte, a più livelli e con spettacolari cascate” A dividere la struttura, simile alla turca Pumakkale, dal viale di circonvallazione Cristoforo Colombo sarebbe stata una recinzione di legno circondata da una foresta di piante di bambù. “Quel viale – concluse Fuksas – diventerà un boulevard, non più una pista per le auto. Sarà un luogo urbano riscoperto, pedonalizzato e con quattro file di alberi di nuova piantumazione. Da esso di accederà al parcheggio sotterraneo”.