"Una task force per controllare le residenze sospette"

Ancillotti, ex comandante dei vigili, auspica un'azione comune delle forze dell'ordine

Massimo Ancillotti

Massimo Ancillotti

Montecatini 12 novembre 2017 - «I controlli straordinari sulle residenze già concesse non possono essere svolti solo dai vigili urbani o da una singola forza dell’ordine. Serve una sinergia tra tutti i soggetti presenti sul territorio, ognuno con le sue specificità, se vogliamo ottenere qualche risultato in un mondo dove le risorse scarseggiano sempre di più». Massimo Ancillotti, oggi responsabile della scuola di polizia locale a Roma, ha diretto i vigili urbani a Montecatini dal 2000 al 2005. Grazie anche all’indagine di polizia giudiziaria da lui avviata, quattro anni dopo i carabinieri riuscirono a sequestrare 22 appartamenti affittati a soggetti che all’interno esercitavano attività legate alla prostituzione. L’operazione portata avanti dall’Arma resta tuttora la più importante effettuata a Montecatini. La vicenda giudiziaria si è protratta a lungo con il coinvolgimento di numerose persone, anche se alla fine soltanto tre furono condannate.   Da Ancillotti arriva una valutazione importante su un tema che assai spesso fa discutere in città. E’ possibile verificare l’irregolarità in merito a residenze già concesse e soprattutto le persone che gestiscono situazioni irregolari possono essere colpite in modo certo? L’ex comandante dei vigili ribadisce l’estrema complessità della situazione, con interventi che non possono essere conclusi dall’oggi al domani.  Come partì la vostra indagine di polizia giudiziaria sulle residenze? «Da tempo ritenevamo che ci fosse la necessità di fare chiarezza su alcune situazioni in città. Così dal 2003 al 2005 verificammo eventuali irregolarità in merito al pagamento dell’Ici, oggi Imu. Naturalmente, la caccia alle irregolarità amministrative non si esaurì con questo controllo». Di quali altri aspetti vi siete occupati? «Intanto dell’effettiva registrazione dei contratti di locazione, attraverso la collaborazione con la guardia di finanza. Questo era solo uno dei tanti aspetti, dato che soggetti autori di un accordo falso per l’utilizzo di un immobile possono anche andare a depositarlo allo scopo di passare inosservati. Non dimentichiamo poi delle valutazioni legate all’abitabilità dell’immobile che possono essere svolte dai tecnici comunali». Chi dichiara situazioni differenti rispetto alla realtà all’anagrafe e allo stato civile rischia anche pesanti conseguenze penali. «Certo, possiamo parlare di falso ideologico in atto pubblico e di induzione a commettere falso in atto pubblico da parte di un pubblico ufficiale. Nel caso poi di un’abitazione dove vivono stranieri privi del permesso di soggiorno è possibile parlare anche di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina da parte dei proprietari dell’immobile. Sono tutte ipotesi di reato che vanno verificate in modo accurato, in ogni caso». Quando vengono svolti controlli del genere quanto è importante la capacità di scambiarsi i dati da parte delle forze? «E’fondamentale, anche se l’operazione resta assai meno facile di quanto si possa pensare. Eppure capire se un residente in un determinato immobile sotto attenzione ha precedenti penali o condanne particolari consente di lavorare in modo migliore». Quindi come può essere attivato un programma di controlli straordinario di locazioni e residenze? «Questa attività non può che nascere da un protocollo di intesa specifico tra amministrazione locale e forze dell’ordine. Il documento deve indicare quali soggetti si vogliono porre sotto controllo, indicando quale contributo dovrà essere offerto da tutti i partecipanti al progetto. Dopo ci vuole anche molta pazienza, perché i risultati non possono essere immediati».