"Consorzio di bonifica da commissariare"

Petizione con 260 firme inviata alla Regione

Marco Monaco, presidente del consorzio

Marco Monaco, presidente del consorzio

Montecatini 21 aprile 2017 - I Consorziati della Valdinievole presentano alla Regione una petizione con 260 firme per chiedere il commissariamento del Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno. Il comitato sollecita anche la convocazione di un’assemblea dell’ente, che ha sede a Pisa, per decidere il ritiro del piano di classifica dal quale sono nati i forti aumenti dei contributi, fino al 200%-300% in più rispetto al passato, richiesti in Valdinievole. Gino Biondi, ex presidente del vecchio Consorzio di bonifica del Padule, è soddisfatto per la partecipazione nata dai cittadini davanti a questa situazione.

«Credo sia un bel successo – sottolinea – se consideriamo che le firme sono state raccolte in nemmeno 15 giorni con le feste pasquali nel mezzo. Le nostre richieste sono state inviate attraverso la posta elettronica certificata, con la documentazione completa. Come promotori dell’iniziativa siamo più che soddisfatti; ora la palla passa alla Regione che dovrà esprimersi in merito alla richiesta di commissariamento. Anche i sindaci dell’area pisana presenti nell’assemblea sono chiamati a decidere se accettare le nostre richieste, convocando una seduta per trovare una soluzione ai problemi nati in seguito agli aumenti dei contributi in Valdinievole.

Altrimenti possono scegliere di mantenere a galla il presidente e il direttore generale del consorzio. Il nostro comitato non poteva fare di più in questa situazione. In ogni caso resta la possibilità di presentare un ricorso collettivo alla commissione tributaria. Spero prevalga la ragione». Nei giorni scorsi Marco Monaco, presidente del Consorzio 4 Basso Valdarno, ha dichiarato la disponibilità a rivedere la questione legata al piano di classifica della Valdinievole, anche se questa ipotesi non è stata ancora affrontata nel corso dell’assemblea.

Il responsabile dell’ente nell’ultima seduta ha ritirato il piano operativo variabile (Pov) che prevedeva ulteriori assunzioni e promozioni tra i dipendenti. Il progetto aveva causato alcuni malumori tra i componenti dell’assemblea.