Corsi serali per adulti, i genitori della Chini dicono no

Incontro con l'assessore all'istruzione Ennio Rucco per chiede lo spostamento del progetto

Scuola, un'immagine di repertorio

Scuola, un'immagine di repertorio

Montecatini 1 ottobre 2016 - Un gruppo di genitori dei ragazzi che frequentano la scuola media Chini in via Manzoni, all’angolo con viale Bicchierai, chiede precise garanzie sugli adulti che, a partire dai prossimi giorni, seguiranno i corsi serali per il conseguimento della licenzia media. Questi soggetti, infatti, secondo alcuni, potrebbero essere causa di problemi di vario genere,se, nel peggiore dei casi, risultassero portatori di eventuali patologie o, addirittura, presentare una brutta fedina penale, causando pesanti problemi.

Secondo le famiglie degli studenti, non importa che i soggetti in questione siano profughi o migranti. Una delegazione delle famiglie dei ragazzi iscritti all’ istituto scolastico cittadino, ieri mattina, ha incontrato Ennio Rucco, assessore ai servizi sociali e alla pubblica istruzione del Coumune. L’esponente della giunta fa il punto della situazione e spiega i particolari della vicenda.

“Il Centro permanente per l’educazione degli adulti – afferma l’esponente della giunta – aveva sede, storicamente, in via Garibaldi, nell’edificio che una volta ospitava la vecchia scuola media Dante Alighieri e i corsi serali per il conseguimento della licenza media. A ottobre dello scorso anno, il dirigente scolastico Riccardo Monti ha deciso di ritirare questa possibilità, dopo che l’edificio della ex Dante Alighieri è passato sotto la competenza della Provincia, il dirigente scolastico dell’alberghiero Martini Riccardo Monti ha deciso di non ospitare più i corsi serali per gli adulti.

Per questo abbiamo cercato soluzioni alternative, individuando, al momento, una sede alternativa per tali corsi al terzo piano dell’istituto Chini in via Manzoni. In ogni caso, l’amministrazione comunale ha approvato una delibera che prevede la soppressione di Montecatini come attività di questo genere. Abbiamo valutato se nell’immobile dell’area ex Lazzi, in via Toti, ci fossero state condizioni per ospitare strutture del genere, ma non abbiamo avuto riscontro”.