Montecatini, 23 aprile 2014 - Scatta la rivolta degli abitanti contro l'arrivo dei profughi a Monsummano. Parte la protesta di alcune famiglie in località Vergine dei Pini, che ieri mattina hanno visto arrivare i responsabili della cooperativa sociale che si occuperà dell'accoglienza ai profughi provenienti dai centri d'accoglienza, senza sapere che i nuovi arrivati sarebbero stati ospitati proprio lì. La data d'arrivo esatta, il numero e il tipo di profughi che occuperanno l'abitazione privata affittata per questo caso è ancora, pare, tutto da stabilire.

Quel che è certo è che la loro permanenza a Vergine dei Pini varierà da 6 a 12 mesi, ma qualcuno parla di un contratto d'affitto già firmato per un anno e mezzo. «Viviamo qui da 50 anni – ha detto Sergio Porrino, abitante della zona – e siamo tutte famiglie molto unite, anche da legami di parentela. Questi nuovi arrivi ci stravolgeranno la vita perchè siamo abituati a lasciare le porte aperte e ad assisterci l'un l'altro ma non conoscendo questi nuovi vicini, che ci hanno imposto senza informarci, temiamo per la nostra incolumità e per la nostra sicurezza».

La casa dove i prossimi arrivi si fermeranno è di proprietà di due fratelli ed è situata in una strada senza sfondo più simile ad una corte che ad una via dove tutti, quasi tutti immigrati a Monsummano dal meridione da generazioni, si conoscono ed hanno stabilito le loro regole di civile convivenza. Insomma, i profughi a Vergine dei Pini non sono graditi «Noi non vogliamo problemi qui – dicono in coro gli abitanti – ci sono persone anziane e ragazze adolescenti ed abbiamo saputo che arriveranno 6 uomini dai 20 ai 30 anni che la notte saranno lasciati soli».

Tenta una spiegazione Sara Palli, della cooperativa Gli Altri di Pistoia che si occupa di migranti da molto tempo che spiega «Il comune di Pistoia, così come altri ha aderito ad un progetto attraverso il quale a pagare per questi migranti che arriveranno sarà la comunità europea. A Monsummano già erano arrivati 5 ragazzi che, attraverso il nostro progetto e le associazioni di volontariato, hanno imparato le regole della comunità, la lingua italiana, hanno fatto un percorso di tirocinio lavorativo e adesso non occupano più la struttura per l'emergenza abitativa di via Elsa Morante dove erano stati ospitati ma sono diventati autonomi e integrati».

Arianna Fisicaro