Montecatini, 11 novembre 2011 - Insegna agli astronauti a volare. A vivere nello spazio come se sfaccendassero in cucina o lavorassero in ufficio o ancora si lavassero in bagno, tanti chilometri più sotto, sulla Terra. "Imparano ad arrangiarsi come elettricisti, idraulici o muratori a gravità zero, perchè lassù sono soli e devono essere autosufficienti, in grado di risolvere qualsiasi emergenza, soprattutto quelle che quaggiù sembrano le più banali". Massimiliano Signori dipendente dell’azienda belga Space Application Services, nato a Montecatini 38 anni fa, da tre lavora a Colonia, Germania, in un centro di ricerca e addestramento dell’Esa, l’agenzia spaziale europea. Un po’ come accaduto a Margherita Hack, diventata astrofisica per genio e per caso, dopo il liceo scientifico a Montecatini si è laureato a pieni voti in ingegneria aereospaziale a Pisa, senza sapere dove il vento delle stelle lo avrebbe portato. E’ soddisfatto, anzi entusiasta e orgoglioso del proprio lavoro, professione d’assoluta eccellenza tecnologica. Assieme all’istruttore vero e proprio, lui svela agli astronauti di tutto il mondo i segreti del modulo europeo della stazione spaziale.


"Il moduloColumbus — specifica — è uno dei laboratori della stazione orbitante internazionale, quello realizzato da aziende europee tra cui alcune italiane con il contributo dell’agenzia spaziale italiana. Mi occupo — spiega paziente — di ricreare per gli astronauti allievi le condizioni e le problematiche che potrebbero trovare a bordo del Columbus. Per farlo ho creato un simulatore copia fedele del modulo spaziale che ospita laboratori medici, biologici e altr o per le ricerche. Gli astronauti, grazie alle lezioni che l’istruttore prepara con me, impara no ciò che serve per lavorare e sopravvivere nello spazio".


Con lui si sono già esercitate decine di astronauti. "Anche Paolo Nespoli e Roberto Vittori, adesso ci sono Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano, che ha una missione assegnata per il 2013". Nostalgia dell’Italia? Non mi manca di certo lo sfruttamento delle idee e del lavoro. La mia vita adesso è qui, la mia fidanzata Elisabetta ha lasciato Borgo a Buggiano e mi ha raggiunto a Colonia, ora studia tedesco e si guarda intorno per un lavoro. E ho portato la batteria, così il fine settimana vado a suonare con gli amici. Torno a Montecatini due o tre volte l’anno. La cosa di cui ho più nostalgia è dormire con le finestre aperte da aprile a ottobre, come facevo da bambino, qui è un freddo cane...".


Più che un cervello in fuga, l’addestratore di cosmonauti quando è stato il momento non ha avuto dubbi a scegliere. Da una parte rimanere a Pisa a lavorare in una società specializzata in propulsori per satelliti, orizzonti limitati di carriera e problemi i più vari. Dall’altra, confrontarsi con una realtà europea più gratificante sotto ogni punto di vista: «Il mio stipendio è di 3mila e 200 euro per 40 ore settimanali".


Lui insegna, loro — americani, russi, orientali, italiani — imparano. Lui rappresenta un tassello fondamentale del programma d’addestramento che dura 3 o 4 anni. Ma loro, gli astronauti, poi volano a orbitare lassù, razza eletta di uomini assolti dalla zavorra del peso, ultimi cavalieri del buio profondo. Mentre l’ex studente di Montecatini rimane a terra. "Non mi sento con le ali tarpate. Invidia per chi indossa tuta e casco a sfidare l’emozione dell’ignoto? No, sono sincero — replica con un tuffo nella modestia —. E’ un mestiere troppo difficile, la selezione è spietata, si pretendono requisiti eccezionali, gli aspiranti sono quasi tutti piloti militari. Qui lavoro tranquillo, sto bene, non mi mancano concrete possibilità di crescita professionale". A Houston, ad esempio, o a Bruxelles.


Ma talvolta Massimiliano Signori si mette con il naso all’insù e ricorda il sogno che faceva da piccino: schizzare oltre le nuvole a bordo di una navicella. Diventare astronauta. "Proprio l’altra sera — sorride al telefono dalla Germania — per la prima volta in tre anni, dall’ufficio mi sono accorto che in cielo splendeva la luna piena. L’ho osservata a lungo, mi ha fatto un effetto strano...".