Montecatini, 11 gennaio 2011 - Lotta alla prostituzione non solo di strada, ma anche contro quella negli appartamenti diffusissima in città: la linea dura contro le squillo, dopo quella già in atto nei confronti delle lucciole è la nuova frontiera del sindaco Giuseppe Bellandi, che sta appunto valutando, da un punto di vista giuridico e amministrativo, la possibilità di emanare un’ordinanza per multare prostitute e clienti anche all’interno degli appartamenti.

 

Rossana Parlanti, avvocato del Comune, e Michela Cupini, comandante della polizia municipale, sono impegnate ad analizzare le scelte già fatte e messe in campo in questa direzione da altre amministrazioni italiane. A Montecatini, dal 2008, è in vigore l’ordinanza dell’ex-sindaco Ettore Severi che punisce con una sanzione da 400 euro, che sale a 500 se non viene pagata entro i termini, lucciole e clienti sorpresi a trattare una prestazione o consumare un rapporto lungo le strade cittadine.

 

La normativa comunale è stata applicata ormai centinaia di volte, non solo dalla polizia municipale, ma anche da tutte le forze dell’ordine. Il provvedimento, però, non tocca tutto quello che avviene al chiuso delle abitazioni, spesso all’interno dei condomini. Così, molte persone residenti nella zona sud sono costrette a sopportare un frequente via vai maschile all’interno dei palazzi.

 

Il problema viene spesso risolto grazie alle operazioni delle forze dell’ordine, che possono anche al sequestro degli appartamenti dove avvengono i rapporti, se sono di proprietà degli sfruttatori. A volte, proprietari di immobili cittadini che non risiedono a Montecatini non hanno consapevolezza di aver affittato le loro case a prostitute. Molti di loro, comunque, una volta informati delle forze dell’ordine hanno provveduto a sfrattare immediatamente le ragazze. Un’ordinanza che preveda multe se l’attività tra prostitute e clienti avviene anche all’interno di abitazioni potrebbe rivelarsi uno strumento efficace.

 

In Italia, scelte simili sono già state fatte in alcune realtà. A Parma, da oltre un anno, il sindaco Pietro Vignali ha emesso un provvedimento che stabilisce il divieto di esercitare la prostituzione in casa, se questo disturba i vicini. L’importo della multa è di 300 euro. I vigili urbani dovranno accertare se l’attività di meretricio "venga svolta con modalità tali da provocare disturbo agli altri residenti od offendere la civile convivenza condominiale o di vicinato e la pubblica decenza".

 

Anche Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona, ha messo un’ordinanza per colpire le prostitute che lavorano nei condomini. Spetta sempre alla polizia municipale fare le opportune verifiche in merito: la multa è di 100 euro per la prima violazione, 250 per la seconda e 450 a partire dalla terza. Parlanti e Cupini lavorano anche per produrre una bozza di ordinanza conforme agli effettivi poteri concessi ai sindaci in materia di sicurezza dal ministro degli interni Roberto Maroni. In questo modo potranno essere evitati eventuali ricorsi al Tar o al giudice di pace che non aiuterebbero certo a tutelare la sicurezza dei residenti nei condomini.