{{IMG_SX}}Pescia, 3 marzo 2009 - "Sembrava tutto in regola. E quando ho visto i sigilli e mi sono trovato sbattuto fuori casa non riuscivo a credere ai miei occhi". E’ lo sfogo, pieno di rabbia mista a disperazione, di uno dei proprietari dei 48 appartamenti, costruiti nel complesso dell’ex cartiera 'Camminone' a Pescia, sottoposti ieri a sequestro preventivo. Il provvedimento, emesso a seguito delle indagini della polizia municipale e dei carabinieri di Pescia in collaborazione con la pg della Forestale. A emettere il provvedimento di sequestro preventivo per l’intero complesso, eseguito ieri da vigili urbani e carabinieri, è stato il gip del tribunale di Pistoia, Roberto Tredici, che ha accolto le richieste del sostituto procuratore, Emiliano Raganella, che conduce l’inchiesta. Quattro sono gli indagati per le violazioni alle norme urbanistiche e edilizie: il direttore dei lavori, ingegner Massimo Pallone di Quarrata, due impresari edili (K.T., originario del Marocco e Riccardo Berti, residente a Viareggio) e la legale rappresentante della Toscana Re, società proprietaria del complesso, Sofia Tofanelli, moglie di Berti. Per quest’ultima è stata anche formulata l’ipotesi della truffa, per gli appartamenti (una ventina circa) che sono già stati venduti come se i lavori fosserro già stati ultimati. E le prime vittime sono proprio i proprietari dei 18 appartamenti già venduti dalla ditta costruttrice, sprofondati nello sconforto: "Io mi sono trovato, da un giorno all’altro, senza una casa, che pure ho comprato con un regolare contratto - racconta un acquirente -. L’appartamento era già stato ammobiliato e a posto per abitarci. Come faremo adesso?".

 

Sale la preoccupazione dei proprietari, angosciati per il rischio di vedersi spazzare via oltre che la casa, i risparmi di una vita, racimolati dopo anni di sacrifici. E c’è chi è già caduto nella disperazione: "Siamo in tanti a essere ridotti sul lastrico, dopo questa vicenda. Ho visto scoppiare in lacrime un altro proprietario. Lo choc e le spese ora per lui sono insostenibili - racconta -. Si trova a dover pagare la rata del mutuo oltre all’affitto, visto che l’appartamento è stato sequestrato". Di fronte al sequestro, che ha scatenato la rabbia di chi aveva investito negli appartamenti sperando di potersi godere una nuova casa, un rappresentante della ditta costruttrice ToscanaRe Spa, nega ogni responsabilità: "Ci è stata contestata una ristrutturazione senza concessione edilizia, ma non è così. La documentazione è stata deposititata già da tempo e se c’è stato qualche errore non è sicuramente da parte nostra". La vicenda del complesso del Camminone nei pressi di Pietrabuona risale al 2001, quando l’ex cartiera ottenne una destinazione residenziale, per 18 appartamenti. Un numero però destinato a salire, a 39 alloggi, grazie a una nuova variante approvata dal consiglio comunale nel 2006 con piano di recupero (l’area è sottoposta a vari vincoli ambientali). I primi sopralluoghi c’erano stati nel maggio scorso e sfociarono nel via alle indagini. Verifiche che portarono alla luce l’esistenza di ben 9 appartamenti realizzati in più (così arriviamo a quota 48) privi di concessione, così come la zona garage-rimessa. Per questi locali nel dicembre scorso fu emessa un’ordinanza di demolizione, mentre per il resto del cantiere fu ordinata la sospensione dei lavori. Sono state poi verificate tutta una serie di violazioni alle norme edilizie e urbanistiche. A cui si aggiungono violazioni di norme anti-sismiche e quelle per la mancanza di approvazione per le opere in cemento armato.