Mercoledì 24 Aprile 2024

Stangata tra ville e cene di gala. Monsignore finisce agli arresti

Truffa da 30 milioni agli investitori col paravento della beneficenza

Monisgnor Patrizio Benvenuti

Monisgnor Patrizio Benvenuti

Bolzano, 11 febbraio 2016 - Fosse un film, potrebbe intitolarsi così: Benvenuti in paradiso? Ma la maxi truffa svelata dall’indagine della Guardia di finanza di Bolzano, che ha portato all’arresto di un alto prelato, italo-argentino monsignor Patrizio Benvenuti, è storia vera. Mandato di arresto internazionale per il braccio destro del monsignore, un uomo d’affari corso, Christian Ventisette, 54 anni, tuttora ricercato, mentre altre nove persone, tra italiani e francesi, risultano indagati. Origini argentine, 64 anni, Benvenuti non è “uno qualsiasi” in Vaticano e non solo perché quando è in Italia soggiorna nella sontuosa Villa Vittoria di Piombino, costruita da Leonardo da Vinci, appartenuta anche alla sorella di Napoleone e inutilmente posta in vendita nel 2015 per 5 milioni. Villa alla quale ora ha posto i sigilli la Guardia di Finanza, con altri beni immobili in Italia e Corsica, per un valore milionario. Tra questi anche il sito archeologico di Selinunte, vanamente posto in vendita, che beneficiò di oltre due milioni di fondi europei. Aveva impellenze di cassa il monsignore, il cui nome ritroviamo anche nel libro d’inchiesta di Ferruccio Pinotti (Fratelli d’Italia) sul mondo della massoneria e certamente il bisogno di reperire denaro in poco tempo ha spinto sua fondazione Kepha a vendere tutto ciò che si potesse, uno spartito originale di Tchaikovsky, o il carteggio del duca di Wellington.

Ordinato sacerdote dall’arcidiocesi di Genova nel 1979, incardinato a Roma 10 anni dopo, era molto legato al cardinale genovese Giuseppe Siri, che nel 1978 non divenne papa per quattro voti. Benvenuti è stato arrestato all’aeroporto di Genova dalle Fiamme gialle, mentre stava imbarcandosi per le Canarie, dove risiede. Già cappellano della Marina Militare, chiamato dalla Nato a coordinare i colleghi delle 22 nazioni presenti nei Balcani, fu per questo nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito dal presidente della Repubblica, decorato in Francia e Kosovo. Fu lui a concelebrare nel 2007 i funerali di Giovanna Reggiani (consorte di un capitano di vascello), violentata e gettata in un fosso da un albanese a Tor di Quinto. Ora è accusato della truffa da quasi 35 milioni di euro ai danni di 283 investitori, in larga parte anziani belgi e francesi. Obbligazioni che promettevano rendite ben più alte del mercato create dalla Kepha Invest, nata in Belgio, ma con la testa in Italia. Kepha, significa pietra in aramaico: è il nome che Cristo diede all’apostolo Simone. La pietra oggetto d’indagine, invece, aveva due facce riconducibili a Benvenuti, la Onlus senza fine di lucro e la Kepha Invest, che in Belgio è nel mirino fin dal 2011 e dalla metà del 2014 un caso giudiziario il cui clamore è mai arrivato da noi. Possibile?

Benvenuti e Ventisette per la procura di Bolzano sarebbero promotori dell’associazione a delinquere che ha commesso «ripetuti reati di truffa e riciclaggio». L’inchiesta italiana è partita dalla segnalazione di una suora 74enne, per oltre 20 anni perpetua del prete. L’anziana, che vive in Alto Adige, ha ricevuto documenti bancari riferiti a un trust e a una società di capitali, denominati Opus, sui quali erano segnati movimenti per centinaia di migliaia di euro. Non sapeva spiegarsi quelle carte e ha raccontato di aver firmato in buona fede alcuni atti costitutivi, divenendo legale rappresentante della Opus, quando stava a Roma. Con 35mila euro, prestati negli anni dalla perpetua al suo “don“ e mai restituiti, Benvenuti ha organizzato cene e ritrovi politico-mondano-religiosi nella capitale e presso Circoli Ufficiali della Marina Militare. Una scorciatoia per accreditarsi nel bel mondo che poi ha truffato.