Miscela esplosiva

Il commento

Gabriele Canè

Gabriele Canè

Roma, 6 febbraio 2016 - Comunque la maneggi, la miscela è esplosiva. Più delle Torri Gemelle. Più della grande recessione del 2008 e la conseguente (inarrestata) onda di crisi. La bomba migrazione ci mette in ginocchio come un ostaggio dell’Isis con alle spalle un tagliagola pronto a decapitarlo. Perché se chiudi una falla, se ne apre un’altra. Più grossa. Sociale ed economica. Proviamo a riassumere. Sul fronte degli esodi, è un bollettino di guerra. Dalla Siria migliaia di persone in fuga da Aleppo si affollano alla frontiera turca. Chiusa. Muri e reticolati sono apparsi da tempo in Macedonia e Ungheria. La Germania va a fisarmonica. Ad agosto le barricate, poi un rivolo umanitario, infine i fatti di Colonia e il giro di vite. Nel dubbio, Svezia e Danimarca hanno detto basta, e organizzano rimpatri biblici, e l’amico Hollande è quello che ha inchiodato un centinaio di disgraziati agli scogli di Ventimiglia. Adesso pure l’Austria infittisce i filtri, con il Brennero che potrebbe diventare quello di una volta: lunghe file di Tir, tasse doganali, turisti che prendono altre direzioni.

Una mazzata economica per l’Italia che resiste a sventolare la bandiera di Schengen: Renzi come John Wayne a Fort Alamo. Circondati. Con una certezza: l’Europa ha sbagliato tutto dall’inizio, e non ritrova il bandolo della matassa. Che non sta nell’abolizione pura e semplice dei trattati, ma semmai nella loro revisione. Rapida e massiccia. Sempre che si mettano a un tavolo di trattativa vera, e non da foto ricordo. Perché la vecchia Ue non è malata. È morta. Mentre l’esodo continua, e da qualche parte alla fine questa umanità finirà per passare. All’arrembaggio, invece che nel rispetto di regole che anche noi abbiamo sempre applicato più con il cuore che con il codice. E si vede. Potrebbe restare la ‘consolazione’ che mentre nuovi migranti premono, i vecchi hanno il tempo e la voglia di integrarsi. Certo, come a Colonia, dove per festeggiare il Carnevale delle donne dopo l’incubo del Capodanno, una ragazza di 22 anni è stata violentata da un profugo afgano di 17 anni, oltre a un’altra ventina di denunce per reati sessuali. Un grosso, grasso giovedì di violenza. Come tanti altri. Con i tagliagola, quelli veri, già infiltrati tra noi, o travestiti da esuli ai confini dell’Eurabia. Che prima o poi dovrà incominciare a difendersi. Sul serio.