Megabus torna in garage, la società low cost chiude e licenzia

Senza lavoro 115 tra autisti e impiegati

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Firenze, 30 luglio 2016 - Megabus addio. I pullman per il trasporto interregionale low cost tornano in garage dopo appena un anno di esercizio. Colpa della Brexit, si dice. E 115 fra autisti e dipendenti (89 dei quali assunti con contratto a tempo indeterminato, 26 a tempo determinato) restano senza lavoro. Un terzo di questi fanno riferimento alla sede fiorentina. Megabus infatti aveva scelto tre sedi operative in Italia: Firenze, Bergamo e Napoli. Le rotte – con biglietti da 1 euro in su acquistabili on line – collegavano le principali città italiane con 23 bus nuovi di zecca da 83 posti l’uno colorati di blu e giallo. Ma cosa è accaduto? La società scozzese Stagecoach proprietaria della licenza Megabus ha ceduto le linee che effettuava in Francia e in Italia alla società tedesca Flixmobility, che ha il marchio Flixbus. Solo che in Francia Flixbus ha riassorbito tutti gli autisti di Megabus. In Italia no. Come mai? Perché a differenza di Megabus, Flixbus in Italia non opera con mezzi propri, ma subappalta – per così dire – le linee ad altre società: Giotto, Florentia, Alterini e così via. Società già dotate di pullman e personale propri. Quindi non c’è bisogno di quelli di Megabus.

I licenziamenti scatteranno il 16 agosto, come è stato comunicato con un laconico verbale sottoscritto la scorsa settimana a Roma fra i rappresentanti di Megabus e i sindacati. Per l’azienda c’erano il general manager Peter Knight, il direttore Elisabeth Burd, il responsabile della sede di Firenze Dawn Murphy e il direttore operativo Joanne Howe; per i sindacati i rappresentanti delle segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil e Faisa Cisal e il rappresentante della Fit Cisl Toscana Fabiano Casini. Nel verbale si confermano i 115 licenziamenti e si dà atto che non ci sono presupposti per l’utilizzo della cassa integrazione, essendo il personale stato assunto tra l’aprile 2015 e quest’anno. Non resta adesso che sperare che i rappresentanti delle istituzioni – che un anno fa salutarono con entusiasmo a piazzale Michelangelo l’entrata in servizio dei bus low cost capaci di collegare Firenze con Roma, Napoli, Milano, Venezia e Torino – scendano in campo a tutela dei posti di lavoro degli autisti e degli impiegati. La soluzione scelta in Francia – cioè il riassorbimento del personale ex Megabus in Flixbus – sembra la più ragionevole, anche se va a scontrarsi con un complicato reticolo di subappalti di aziende locali di piccole e medie dimensioni che agiscono in consorzio. Intanto sullo sfondo domina l’incertezza su tutta la riorganizzazione del servizio pubblico toscano.